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Wimbledon 2018, Djokovic: “Ho vissuto 15 mesi difficili. Il tetto chiuso? Giusto”

Novak Djokovic - Wimbledon 2016 - Foto Ray Giubilo

Novak Djokovic è tornato. È questa la grande notizia che regala il torneo di Wimbledon, dopo che il serbo si è imposto al quinto set, in una partita epica, contro Rafael Nadal. L’ex numero uno del mondo raggiunge nuovamente una finale Slam dopo l’Us Open 2016 perso con Wawrinka: “Sono stati 15 lunghi mesi per me, finalmente sono nuovamente in una finale Slam. Ero molto emozionato alla fine del match. Sono davvero soddisfatto“.

NADAL – Djokovic è riuscito ad imporsi al termine di una partita dagli altissimi contenuti tecnici con un avversario indomabile come il numero uno del mondo: “Nadal è il più grande combattente di questo gioco. Lui lotta su ogni punto, è impressionante. È questo che lo rende difficile da battere. Quando giochi contro di lui sai che dovrai guadagnarti ogni punto. Molte volte oggi ho perso la calma, poi il servizio, poi il set. Nadal sa sfruttare questi momenti. Quando vede l’opportunità, se la prende. Il match è stato straordinario sotto ogni punto di vista. Sono orgoglioso di averla vinta“.

POLEMICA TETTO CHIUSO – In merito alla decisione di tenere il tetto chiuso sul Centrale nonostante la giornata soleggiata, Djokovic concorda con la decisione dell’organizzazione: “La decisione di tenere il tetto chiuso è stata presa dagli organizzatori e dagli arbitri. Io volevo giocare sotto il tetto, perché abbiamo iniziato la partita in queste condizioni”. 

LA FINALE – In vista della finalissima di domenica il serbo non si sbilancia: “Anderson è restato molto in campo nelle ultime partite, ma ha avuto un giorno di riposo. Anche io speravo di averlo, ma devo accettare le circostanze e recuperare al meglio. Non so se sarò il favorito della finale. Lui è alla seconda finale Slam. Sta giocando il miglior tennis della sua vita, e ha vinto due maratone epiche. Non penso voglia perdere domani. Dovrò gestire il suo grande servizio

I MOMENTI DIFFICILI – Immancabile un accenno ai tanti momenti di difficoltà affrontati nell’ultimo periodo: “Dopo aver perso al Roland Garros contro Cecchinato ero molto nervoso. Per questo ho detto di non sapere se avrei giocato la stagione su erba, è stata una dichiarazione a caldo. Aver giocato il Queen’s mi ha aiutato ad essere pronto per Wimbledon. Ho sempre creduto che sarei tornato a questi livelli, anche nei momenti più difficili. È difficile per me giocare a tennis e non poter credere di essere il migliore a farlo. Ho alte ambizioni. Roma è stato il punto di svolta”. 

 

 

 

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