Novak Djokovic ha parlato in conferenza stampa dopo aver vinto in tre set la finale di Wimbledon 2018 contro Kevin Anderson e conquistando per la quarta volta il torneo londinese su erba e raggiungendo quota 13 Slam vinti. La vittoria è arrivata dopo un lungo periodo non positivo per il giocatore che ha dovuto operarsi e poi ha faticato nei primi mesi del 2018.
“E’ stato un lungo viaggio, specialmente tenendo in considerazione l’infortunio al gomito che mi ha tenuto fuori dal circuito per sei mesi. Quando sono tornato in campo in Australia ho giocato ma con il dolore” esordisce il giocatore serbo che prosegue dicendo: “Ho dovuto ricorrere all’operazione anche se ho provato in tutti i modi ad evitarla, ad essere onesto. E’ stata la prima, e spero l’ultima, operazione della mia vita. Sono tornato in campo troppo presto e mi sono serviti diversi mesi per ritrovare la fiducia”.
Condizione fisica che latitava e con diversi momenti difficili nei tornei precedenti per l’ex numero 1 al mondo: “Non pensavo di riuscire a tornare al top della forma qui a Wimbledon anche se le mie aspettative erano alte e non riuscivo a capire come mai non riuscissi a giocare al mio livello di nuovo. Devo ringraziare le persone che mi sono state vicine e che hanno creduto in me”.
Wimbledon è un torneo diverso dagli altri come conferma il giocatore: “Wimbledon è sempre stato molto speciale per me, come per molti giocatori. Ho sognato di vincerlo quando ero un ragazzino. Nel 2011 quando l’ho vinto per la prima volta e poi sono diventato numero uno al mondo, tutti i miei sogni si sono realizzati. Sono state tutte e quattro vittorie speciali, ma se devo scegliere prendo la prima volta e quella di quest’anno perchè c’era mio figlio alla cerimonia di premiazione“.
Finale contro Anderson che è arrivata dopo una grande semifinale giocata in due giorni: “Il test migliore per vedere le mie condizioni è stata la semifinale contro Nadal per questo ho messo tutte le mie energie per vincere quel match. Non ho avuto un giorno di riposo tra semifinale e finale e probabilmente ne avrei avuto bisogno”.
Sudafricano che ha avuto match impegnativi nei due turni precedenti e che dopo due set arrendevoli ha avuto uno scatto d’orgoglio nel terzo: “Anderson ha passato molto tempo in campo tra quarti e semifinali ma sapevo che probabilmente avrebbe avuto abbastanza tempo per recuperare. Sapevo, però, anche che era la sua prima finale a Wimbledon e che è una sensazione diversa giocare una partita come questa. Il break nel primo game è stato perfetto e poi ho giocato in maniera tranquilla i primi due set. Nel terzo lui ha iniziato a colpire meglio e a trovare i punti giusti con il servizio, ha fatto meno errori e ha giocato complessivamente meglio”.
Ritorno alle origini con questa vittoria arrivata con il vecchio team che lo aveva portato a tante soddisfazioni: “Con Marian Vajda abbiamo parlato sopo la partita e lui sta programmando di continuare a lavorare con me. Sicuramente lavoreremo insieme fino a fine anno e poi vedremo. Sono grato a Marian per essere tornato. Non mi sono sentito male a richiamarlo, anzi, ero emozionato”.
Djokovic conclude la sua conferenza stampa con l’emozione in viso parlando di suo figlio, presente nel momento della consegna del trofeo: “Avere Stefan qui era uno dei motivi per i quali volevo fare bene. Speravo che fosse grande abbastanza da poter seguire la partita dagli spalti ma ci sono regole speciali che dicono che se sei sotto i 5 anni non ti è permesso seguire la partita nei box. Stefan è uscito quando stavo andando a parlare per l’intervista in campo, è un momento che porterò nel mio cuore per sempre“.