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Wimbledon 2018: Anderson vince la maratona con Isner, partita storica

Kevin Anderson - foto Adelchi Fioriti

Kevin Anderson si aggiudica il derby dei big server contro John Isner e vola in finale di Wimbledon per la prima volta in carriera. A 32 anni il sudafricano sta giocando il suo miglior tennis, piegano in sei ore e trentasei minuti l’americano con il punteggio di 7-6(6) 6-7(5) 6-7(9) 6-4 26-24. Il suo avversario uscirà dall’altra semifinale che si giocherà a seguire sul Centre Court, quella molto più blasonata tra Rafa Nadal e Novak Djokovic.

Kevin Anderson si aggiudica il derby dei big server contro John Isner e vola in finale di Wimbledon per la prima volta in carriera. A 32 anni il sudafricano sta giocando il suo miglior tennis: dopo la finale degli US Open nel 2017 si tratta di un altro exploit per lui, nonché la seconda finale Slam in carriera. Anderson si è imposto con il punteggio di  . Il suo avversario uscirà dall’altra semifinale che si giocherà a seguire sul Centre Court, quella molto più blasonata tra Rafa Nadal e Novak Djokovic.

PRIMO SET – L’equilibrio del primo set rischia di essere compromesso giù nel terzo gioco che dura oltre 12 minuti. Anderson viene sorpreso dalle risposte anticipate di Isner che spesso si rivelano vincenti e deve annullare all’avversario ben tre palle break, un inizio sicuramente inaspettato considerati i servizi di entrambi.

Questo è l’unico game del set in cui ci sono possibilità in risposta, poi entrambi aumentano il rendimento al servizio concedendo le briciole in risposta. L’americano pasticcia al servizio sotto 5-4 ed è costretto ad annullare la prima palla break all’avversario che voleva dire set point, trascinando il set ad un inevitabile tie break. Qui si gioca punto a punto nonostante sia lo statunitense a portarsi avanti di un minibreak. Proprio lui ha il primo set point sul servizio del sudafricano ma non lo sfrutta. Anderson invece alla prima occasione beneficia di un dritto in rete di Isner e porta a casa il tie break per 8 punti a 6.

SECONDO SET – Nel secondo set le emozioni latitano ancora di più. Entrambi i tennisti tengono spesso i rispettivi servizi a 15 o addirittura a 0. Isner però sul 5-4 sotto al servizio è costretto ad annullare un set point con grande coraggio venendo a rete. Anche questo set viene deciso al tie break ma questa volta è l’americano ad aggiudicarselo dopo essersi portato avanti 5-0 riesce a chiuderlo per 7-5. Pochissime emozioni e pochissimi scambi in questo secondo set. Solo sul 5-4 per Anderson c’è stato un sussulto.

TERZO SET – Il terzo set è piuttosto equilibrato e noioso come il secondo, ma questa volta i break arrivano e sono uno per parte. Isner è il primo a perdere la battuta sul 4-3 e manda addirittura l’avversario a servire per chiudere il set, per lui si tratta del primo turno di battuta perso in tutto il torneo. Qui però Anderson combina di tutto con il dritto e rimette in corsa l’americano che con poco o nulla da perdere centra un paio di ottime risposte profonde. Nel tie break, inevitabile, succede veramente di tutto. Entrambi hanno moltissime occasioni per vincerlo ma alla fine se lo aggiudica Isner per 11 punti a 9 che viene premiato per il suo coraggio sia in risposta che in battuta, sempre molto propositivo ed aggressivo nel prendere la rete, scelta che è il suo leitmotiv un po’ in tutto il match.

QUARTO SET – Il quarto parziale si sblocca relativamente presto con Isner che sul 2-2 spreca un vantaggio da 40-15 ostinandosi a fare serve&volley e viene punito con la risposta per ben quattro volte dovendo cedere la battuta ad Anderson al primo tentativo. Incredibilmente però arriva di nuovo, come nel terzo set, il controbreak immediato dell’americano che sfrutta qualche tentennamento a rete dell’avversario e lo passa due volte rientrando nel set. Ancora una volta le emozioni non mancano in questa partita che è decisamente in crescendo. Sul 4-4 Anderson trova un paio di buone risposte profonde e strappa il servizio all’avversario. Questa volta non trema e, al quarto set point chiude il set per 6-4 portando il match al set decisivo.

QUINTO SET – L’ultimo parziale è quello in cui i servizi la fanno da padroni maggiormente. Nessuno arriva a 30 in risposta fino al 5-5 e l’equilibrio sembra non spezzarsi mai. Sul 7-7 è Anderson il primo ad avere una palla break ma Isner gliela cancella con un servizio vincente. Non ci sono altre occasioni degne di nota, si arriva qualche volta a 30 ma chi batte riesce sempre a salvarsi piuttosto agevolmente. Anderson ha un’altra chance di break sul 10-10 ma ancora il servizio di Isner è superiore. Il sudafricano vede altre due palle break consecutive sul 17-17 ma l’americano incredibilmente risorge con due ace.

LA CHIAVE – Il momento di svolta arriva sul 24-24 quando Anderson vince un punto pazzesco dopo essere caduto a terra e aver colpito la pallina con la mano sinistra – lui che è destro – vincendo il punto. L’incredibile dimostrazione di atletismo del proprio avversario irretisce la volontà di Isner, che stremato cede la battuta a quindici. Nel game successivo, Anderson non si fa sfuggire l’occasione della vita e vola in finale. Dopo l’Us Open del 2017 il sudafricano avrà la seconda chance in carriera di vincere uno Slam.

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