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“Quanto successo a Sinner a Parigi-Bercy si poteva evitare, perché si è trattato di un qualcosa di reiterato. Per tre giorni di fila hanno sempre finito tardissimo di giocare, con la differenza che Jannik, iniziando il torneo di mercoledì, avrebbe giocato tutti i giorni. Non esiste proprio. Sono orari che, se il giorno dopo devi rigiocare, non ti danno il tempo necessario per recuperare, per dormire, per essere pronto per il giorno successivo. Non ci dimentichiamo che siamo a fine stagione, e i giocatori sono oggettivamente stanchi dopo una stagione lunga. A volte il torneo di Bercy si lamenta di non avere i migliori giocatori, ma se continuano a farli giocare alle 2,30 di notte non li invoglia di certo a venire”. Parla così il capitano dell’Italdavis Filippo Volandri in un’intervista rilasciata all’Adnkronos all’indomani del ritiro di Jannik Sinner dall’ultimo Masters 1000 della stagione.
Una decisione che è arrivata in seguito a polemiche che avevano coinvolto tanti, da altri top players agli addetti ai lavori. “Sono tutti penalizzati, il pubblico, le tv, i giocatori e lo stesso torneo. Non ha senso mettere sei incontri sul Centrale alle 11, è un rischio troppo alto“, aggiunge Volandri. “Se potevano rifiutarsi di giocare? No, proprio per rispetto del sistema e delle persone che erano rimaste lì. Ovviamente i conti li fai dopo, e avendo giocato due ore e mezza, finito a quell’orario e dovendo giocare alle 17 il giorno successivo con un giocatore che aveva giocato molto prima, si è scelto di non farlo. Certo l’incontro invece delle 17 si poteva programmare alle 19,30 o 20,30. Si poteva fare di meglio”.
Il riposo che Sinner si prenderà in vista dei due appuntamenti finali della stagione potrebbe aiutare le chances dell’Italia in Davis: “A me interessa Jannik, la sua salute, la sua crescita dato che ha ancora grandi margini di miglioramento e lavora per diventare il n°1. Il resto viene dopo. Chi ci ha rimesso è Jannik in primis, il torneo e il sistema, però bene che avvenga perché così si rendono conto. E’ vero che i giocatori vengono pagati bene, ma non per questo devono essere pronti a fare qualsiasi cosa”, ha sottolineato Volandri. Per Sinner il prossimo obiettivo sono le ATP Finals di Torino, poi sarà il momento di pensare a Malaga. “Si tratta di una competizione complessa, non puoi permetterti di sbagliare. È ovvio che aumenta il rischio, soprattutto su superfici rapide, come era Bologna o Malaga l’anno scorso, e presumibilmente come sarà Malaga quest’anno, appiattisce un po’ tutto, ma questo è”, dice il capitano.
“Noi vogliamo arrivare in fondo, siamo una squadra forte che può ambire al titolo. Se non sarà quest’anno, sarà uno dei prossimi anni, ma lavoriamo ovviamente per questo. Comunque non ci siamo solo noi, perché c’è la Serbia, il Canada che ha vinto l’anno scorso, l’Australia che è una squadra che arriva sempre in fondo, e un’Olanda da battere nei quarti che come si è visto anche questa settimana ha dei giocatori molto forti”, ha sottolineato Volandri.
In conclusione, qualche parola riguardante la situazione di Matteo Berrettini, che ha chiuso anticipatamente una stagione molto sfortunata: “Dispiace non ci sia. Con Matteo parlo tantissimo, si sta ristrutturando, si sta allenando, sta investendo su se stesso per la prossima stagione, ed è un segnale positivo perché vuol dire che ci crede ancora. Il cambio di tecnico? Sono scelte personali, entrambi finiscono con un ottimo rapporto, e questo non è scontato, ma si va avanti sempre con l’obbiettivo di crescere”, ha concluso Volandri.
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