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“Noi tennisti siamo abituati a metterci continuamente alla prova. Quando in un match ti capita un avversario che ha un gioco fastidioso ti adatti e vai avanti, sarà così anche con le nuove regole nella prima fase di riapertura del circoli“. Vincenzo Santopadre, tecnico di Matteo Berrettini e fondatore della Rome Tennis Academy, commenta così il decalogo per la ripresa del tennis presentato oggi da Michelangelo Dell’Edera al video-evento ‘Il tennis per ripartire ai tempi del coronavirus’. “L’importante è poter tornare in campo, poter tornare a far respirare ad allievi e praticanti l’odore della terra battuta e delle palle – ha spiegato Santopadre ai microfoni dell’Agi – se ci verrà detto di arrivare fino al campo con la mascherina, portarci dietro il gel, non stringere la mano all’avversario, inciterò i miei allievi a farlo. Non e’ l’ideale, certo, ma in una fase di transizione sono regole cui si può tranquillamente sottostare“.
Entrando nel merito dei sacrifici: “Più che la sostituzione della stretta di mano finale con il tocco della racchetta, riservato ai tornei, sarà più pesante rinunciare alla vicinanza dei tennisti durante l’allenamento, alle due chiacchiere nei cambi campo, alla pacca sulle spalle – spiega Santopadre – nel tennis la relazione umana è molto importante, soprattutto per noi italiani, notoriamente molto fisici. Ma, si sa, necessità fa virtù, per cui ci adatteremo“. E sul guanto previsto per la mano con cui non si gioca: “Mi sembra complicato poter giocare con il guanto anche nella sola mano non dominante, magari si potrà pensare ad ampie dose di disinfettanti per tutti, e a lavarsi le mani per bene una volta usciti dal campo, con l’accortezza di non toccarsi il viso“.
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