Tennis

Veni, vidi, vici: Trungelliti e il viaggio per entrare nel cuore di Parigi

Marco Trungelliti - foto André Silva CC0 1.0

Barcellona-Parigi, solo andata: almeno per il momento. Marco Trungelliti è il protagonista della prima favola a lieto fine del Roland Garros 2018, una delle tante pronte a materializzarsi in quelle otto settimane della stagione tennistica che coincidono con gli Slam. Perché, quello della racchetta, è uno sport che regala continuamente seconde opportunità, settimana dopo settimana, anche e persino dopo una sconfitta. Sembrava ormai svanito il sogno parigino per Trungelliti, argentino e numero 190 delle classifiche mondiali, dopo la sconfitta all’ultimo turno delle qualificazioni. Con l’inevitabile delusione nel cuore era tornato mestamente a Barcellona per riprendere ad allenarsi prima dell’sms che gli ha permesso di cambiare i piani a breve termine: con il ritiro di Kyrgios, si è aperta l’opportunità per l’ottavo lucky loser di entrare nel main draw. Si sarà mangiato le mani Gunneswaran, primo della lista ma iscritto nel Challenger di Vicenza, così come Alessandro Giannessi, nome successivo a quello di Trungelliti. Nessuno ha firmato prima del termine ultimo di giornata e Marco non ci ha pensato due volte: valigie, racchette e viaggio in auto dalla Spagna in direzione Parigi con il fratello Andre alla guida, mamma Susi e nonna Lela sui sedili posteriori. Con un sogno nel cuore, quello di apporre il proprio autografo su quella lista e scendere in campo alle 11.00 per sfidare Bernard Tomic.

Dieci ore di auto, oltre mille km di strada: un viaggio documentato da molteplici scatti diventati virali sui social. Certo, oltre al prestigio di un main draw Slam, Trungelliti aveva 20.000 buoni motivi (la metà dei 40.000 euro spettanti al primo turno, con gli altri 20.000 intascati da Kyrgios in base alle nuove regole) per imbarcarsi in questa sfacchinata. Lui, che a 28 anni compiuti ha toccato il best ranking di 126 nel 2016 e con sole 15 partite giocate sul circuito maggiore in carriera, sa bene l’importanza economica di un’opportunità del genere. Il destino ha voluto riservargli un match non impossibile con Bernard Tomic, probabilmente agli antipodi dal punto di vista caratteriale: baciato dal talento, con un passato da top-20 e con un presente turbolento, approdato nel tabellone principale dalle forche caudine delle qualificazioni e che ha, per sua stessa ammissione, più voglia di guadagnare che di piazzare risultati. Impossibile dunque parteggiare in questa partita per il ‘cattivo’ di turno in una favola che meritava il lieto fine. E così è stato: l’arrivo a mezzanotte, la sveglia al mattino presto per l’agognata firma e le fatiche della traversata Spagna-Francia non si sono fatte sentire nelle gambe di Trungelliti. A tremare, magari, è stato più il braccio in quel turno di servizio sul 5-4 al quarto set che ha rischiato di rimettere tutto in discussione con due palle break annullate e un primo match point sprecato con un doppio fallo. Il tennis, come detto prima, concede sempre una seconda chance a chi se lo merita e per questo motivo il nuovo match point è stato trasformato con un ace. I 20.000 buoni motivi in un lampo sono diventati almeno 59.000: adesso un giorno di riposo – finalmente – poi la chance di conquistare per la prima volta in carriera un terzo turno a Parigi.

SportFace