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Vavassori e Bolelli: “Ora abbiamo consapevolezza, tra noi bellissimo rapporto”

Vavassori e Bolelli
Vavassori e Bolelli - Foto VCG/IPA

“Nelle scorse stagioni ho sempre faticato a trovare un compagno fisso per giocare il doppio, poi è nato il sodalizio con Bolelli e tutto è cambiato. La nostra forza è dentro e fuori dal campo. C’è un bellissimo rapporto personale che aiuta a superare anche i momenti difficili”. Lo ha detto Andrea Vavassori in un’intervista insieme a Simone Bolelli concessa a Tuttosport, a pochi giorni ormai dalle Atp Finals di Torino in cui la strepitosa coppia azzurra sarà ai nastri di partenza nel torneo di doppio: “Con i 1200 punti guadagnati
in un colpo solo ha preso forma tutta un’altra programmazione. Prima non saremmo entrati nei Masters 1000, dopo invece la classifica ce lo ha permesso. Abbiamo pertanto giocato a Indian Wells e Miami e nei successivi. Vincere un torneo dello Slam è sempre stato il mio desiderio. Non importa se l’ho fatto in un doppio misto. Uno Slam è uno Slam e rimane per tutta la vita. Il valore aggiunto è dato dalla compagna con la quale ho alzato il trofeo, Sara Errani, un’altra persona speciale al pari di Simone. È bello vincere ma ancora di più farlo con compagni di questo livello e attorniati dai rispettivi staff, persone che prima di tutto ci vogliono bene”, ha aggiunto il piemontese.

E’ la volta poi del tennista emiliano: “I momenti più belli sono stati la semifinale vinta agli Australian Open, al tie-break del terzo set e il successo nell’ATP 500 di Pechino, dove eravamo sotto di un set e in difficoltà nel secondo. Un mio nastro favorevole ha cambiato la storia della partita e ci ha portato a un fantastico titolo. La finale di Melbourne ci ha dato punti e consapevolezza ed è arrivata inaspettata dopo un percorso iniziato con un primo turno a dir poco pirotecnico. Ha cambiato in meglio la nostra programmazione e siamo stati bravi a trovare continuità salendo al terzo posto della Race. Con Andrea detto “Wave” ci troviamo bene anche fuori dal
campo e questo aiuta molto. Io sono più riflessivo, lui sempre carico. Tecnicamente io amo di più i colpi da fondo, lui copre la rete come in pochi sanno fare nel circuito. Entrambi serviamo bene e cerchiamo di lavorare sulla risposta. Aspetto del gioco che può essere determinante e nel nostro caso perfettibile”.

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