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La finale degli Us Open 2018 tra Serena Williams e Naomi Osaka non verrà ricordata per il primo successo slam della giapponese. Purtroppo no. In un’atmosfera da Colosseo a New York si consuma una pagine triste per il tennis e lo sport in generale. La Williams perde e lo fa malamente: sull’Artur Ashe Stadium il protagonista principale è Carlos Ramos che applica alla lettera il regolamento e, ad inizio secondo set, rifila warning per coaching alla tennista americana.
E succede il putiferio. Con fare minaccioso Serena si avvicina al giudice di sedia e comincia il suo duello rusticano, Ramos prova a calmarla ma la trentaseienne statunitense non vuole sentir ragione. La Osaka rimonta, recupera il break e la Williams frantuma la racchetta: warning. Che unito al warning precedente fa penalty point: “Io non ho mai imbrogliato nella mia vita” urla Serena in faccia a Ramos. Nel cambio campo, al termine del settimo gioco, la Williams perde totalmente il lume della ragione e grida “Ladro” a Ramos che non può fare altro che decretare il terzo warning della serata che automaticamente diventa penalty game. E qui succede di tutto.
La Williams non vuole continuare a giocare, chiama il supervisor, ed è in preda ad una crisi isterica. Ramos spiega le ragioni dei tre warning e dopo qualche minuto si riprende la partita in un’atmosfera folle. La Osaka viene fischiata, la situazione è ormai fuori controllo ma la giapponese mantiene i nervi saldi e riesce a chiudere la partita scoppiando poi in lacrime per una situazione che era impossibile da prevedere. Nessuna stretta di mano tra Ramos e Serena: “Io e te non ci vedremo mai più” la sentenza della Williams. La Osaka poco ha potuto godersi questo straordinario trionfo, la Williams a New York ne ha combinata un’altra delle sue ed esce malconcia da questa finale: Ramos invece ha avuto il coraggio di prendere le scelte giuste, anche se impopolari.