“A New York con Jannik ci saremo solo io e Simone Vagnozzi, i suoi tennis coach, e lo supporteremo”. Questo l’annuncio di Darren Cahill, allenatore di Jannik Sinner, a pochi giorni dall’inizio degli Us Open 2024. Sarà un torneo difficile per il numero 1 del mondo, sia per il caso Clostebol, ma soprattutto per l’attesa del possibile ricorso che potrebbe fare l’agenzia mondiale antidoping (Wada), che ha annunciato di voler studiare attentamente il caso. Il termine ultimo per iniziare il ricorso è il 6 settembre, due giorni prima della finale dello Slam americano. In attesa di capire cosa succederà, Giacomo Naldi e Umberto Ferrara sono spariti dai radar. Nell’intervista a Espn Cahill ha poi ricostruito per filo e per segno la vicenda: “Sapevamo di tutto questo da qualche mese. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si e’ tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Io non ho visto nulla. L’unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Jannik. Neanche Jannik sapeva. Io sono entrato nella stanza e ho visto che si stava fasciando il dito. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e lui mi ha risposto che si era tagliato su un dito. Gli ho domandato se potessi aiutarlo in qualche modo ma mi ha risposto che la ferita non era un problema. E’ stata l’ultima volta in cui ho pensato a questo episodio. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia ma che io non avevo mai visto ne’ sentito prima. Ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Durante la settimana, Giacomo ha usato lo spray per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e la sostanza è passata da lui a Jannik. Non sapevamo nulla del test fino a Miami. Jannik e’ stato avvisato dopo aver vinto Miami di essere risultato positivo a un controllo anti-doping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray che poi ho visto e che apparteneva al preparatore atletico”.