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Sabato 9 settembre 2017. Sloane Stephens domina il derby di finale contro una Madison Keys divorata dalla tensione e si aggiudica gli US Open. Tutt’oggi resta quella la data dell’ultimo trionfo nel singolare femminile dello Slam a stelle e strisce. Nei due anni successivi non andarono infatti a buon fine i tentativi da parte di Serena Williams di tornare a vincere sotto le luci della Grande Mela, uscendo sconfitta prima da Naomi Osaka nel 2018 e poi da Bianca Andreescu nel 2019. A distanza di sei anni precisi, sabato 9 settembre 2023, a inserire il proprio nome nell’albo d’oro del torneo e nella storia del tennis non solo a stelle e strisce, ci proverà Coco Gauff.
19enne di Atlanta, la Gauff è uno di quei casi – rari ma non troppo nel tennis femminile – in cui i giudizi sulla carriera ancora in corso di una giovane atleta risultano fortemente condizionati non solo dalle aspettative che sono state poste su di essa, ma soprattutto dal fatto che Coco si è presentata al grande pubblico quando di anni ne aveva 15. Era Wimbledon, lei si qualificava, si prendeva il lusso di sconfiggere Venus Williams e raggiungere gli ottavi di finale perdendo dalla futura vincitrice di quell’edizione dei Championships Simona Halep. Da allora di tempo ne è passato, ma non così tanto. Di anni Gauff ne ha ancora 19 e la sua crescita di stagione in stagione è stata costante. I primi titoli WTA, l’ingresso in top-10, la prima finale Slam giocata l’anno scorso a Parigi.
Eppure, il suo percorso iniziato così presto che ormai sembra quasi una veterana del circuito, ha portato molti tra addetti ai lavori e appassionati a sottovalutare la sua crescita. Che quest’estate, in una naturale progressione, l’ha vista protagonista di un’ulteriore salto di qualità , quello più importante finora. Coco si è affidata a un nuovo allenatore, l’ex pro Pere Riba, con un super coach come Brad Gilbert a supervisionare il tutto. Vittoria a Washington, poi il trionfo più importante (quantomeno fino a oggi) della sua carriera a Cincinnati e in generale 17 vittorie su 18 partite disputate. Difficile pensare che in poche settimane di lavoro il nuovo tandem Riba-Gilbert sia riuscito a eliminare tutti i suoi difetti a tal punto da creare una tennista quasi imbattibile. D’altronde il dritto, seppur molto migliorato rispetto a qualche tempo fa, resta ad esempio ancora un punto debole del suo gioco. Molto più probabile che le basi fossero già lì e servissero solo un paio di aggiustamenti per fare scattare qualcosa.
Insomma, Gauff si presenta a quest’atto conclusivo dello Slam newyorkese da giocatrice più in forma del circuito. Di fronte, però, avrà colei che con i risultati si è meritatamente guadagnata la posizione numero 1 del ranking mondiale. Aryna Sabalenka ha finalmente messo messo ogni tassello del puzzle al suo posto e l’incredibile rimonta contro Madison Keys in semifinale ne è ulteriore dimostrazione. La bielorussa era entrata in questo 2023 con un doloroso 0/4 nelle semifinali a livello major, di cui due proprio qui a New York negli ultimi due anni, e probabilmente quella partita contro Leylah Fernandez nel 2021 ancora la tiene sveglia la notte.
Melbourne è il momento della svolta, riesce finalmente a sfatare il tabù e poi si aggiudica il torneo dopo una splendida finale contro Elena Rybakina. A Wimbledon e Roland Garros riaffiorano i fantasmi, due sconfitte di quelle che fanno male per i modi – seppur diversi – in cui sono arrivate rispettivamente per mano di Muchova e Jabeur. La paura, sotto 6-0 5-3 ieri notte, è che tutti i progressi messi a segno, i risultati ottenuti, la prima posizione in classifica, fossero di colpo svaniti nel momento più importante. Aryna invece la reazione la trova, vince una partita epica e riesce a sfatare un altro tabù, quello della prima finale a New York.
Gauff è avanti 3-2 negli scontri diretti, con Sabalenka che si è però aggiudicata l’ultimo match a marzo con un sonoro 6-4 6-0 in quel di Indian Wells. La bielorussa è ancora la stessa giocatrice dominante di inizio stagione, ma è senz’altro vero che, invece, la Gauff di queste ultime settimane non è quella di marzo. Dal punto di vista mentale è un matchup certamente intrigante, con l’americana che dovrà combattere un’enorme pressione che negli ultimi anni di carriera neanche Serena è riuscita a gestire davanti al pubblico di New York. Sotto il piano tecnico altrettanto, con un vero e proprio confronto di stili in atto. Gli ingredienti per una finale emozionante (e non per forza di cose dall’alta qualità tecnica) ci sono tutti. Stasera, alle 22:00 italiane sull’Arthur Ashe, sarà il momento di scendere in campo.
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