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US Open 2022: le cinque cose da tenere d’occhio nel day 6

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto Ray Giubilo

La sesta giornata degli US Open 2022 cela dentro di sè un sogno per noi italiani, un ottavo di finale tra Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Ma ancora il cammino è lungo e pieno di trappole, quelle che cercheranno di porre lo statunitense Nakashima ed il bielorusso Ivashka in un day 6 che vedrà tra i grandi protagonisti anche il duo spagnolo Nadal-Alcaraz ed un match femminile di cartello ma dai toni nostalgici. Andiamo ad analizzare nel dettaglio le cinque cose da tenere d’occhio oggi. In programma gli incontri di terzo turno della parte bassa del tabellone maschile ed alta di quello femminile.

SOLIDITÀ – Le due vittorie di Jannik Sinner agli US Open fanno decisamente ben sperare. Magari non brillantissimo a livello strettamente tecnico, l’altoatesino sta dimostrando ancora una volta la sua enorme compattezza. Quando l’importanza di un punto ed il valore di un singolo set aumentano, lui produce quel qualcosa in più per non perderlo e condurlo dalla sua parte. Tra lui ed il quinto ottavo di finale consecutivo a livello Slam (il secondo di fila a New York) c’è Brandon Nakashima, ventunenne di San Diego con chiare origini giapponesi. Il giovane statunitense si trova di poco dentro alla top settanta ma ha un best ranking di numero 49 ATP. È indubbiamente un avversario tosto, che riesce ad abbinare un portamento dei colpi molto americano con un ordine ed una compostezza sul terreno di gioco tipicamente asiatiche.

Il suo fondamentale migliore è il rovescio, con cui è capace di disegnare il campo da ogni angolazione. Quello che gli manca, pur facendo tutto molto bene, è un vero e proprio colpo definitivo. Non sembra possedere il peso di palla necessario per riuscire a contrastare un giocatore dalla cilindrata di Sinner, specialmente se l’italiano dovesse riuscire ad alzare ulteriormente l’asticella. Con un avversario che certamente non gli regalerà nulla, sarà lui a doversi andare a prendere il match. E lui, quando vuole qualcosa, in genere se la prende.

SERIETÀ – Il primo terzo turno Slam sul duro di Lorenzo Musetti non può che mettere il buon umore. Serio, libero da isterismi, resiliente, la recente versione newyorkese del carrarino sta davvero entusiasmando tutti. Queste qualità poche volte si sono viste sul veloce, dove i momenti di sconforto tennistico venivano spesso presi più come un pretesto per abbandonare la nave piuttosto che un incidente di percorso a cui trovare una soluzione rapida. Elementi caratteriali di questo genere assumono una rilevanza ancora maggiore se accompagnati dalle pennellate di cui dispone l’azzurro, che stanno rendendo le sue partite a Flushing Meadows un continuo brusio di meraviglia ed approvazione. La seconda settimana degli US Open, impensabile solamente fino a qualche settimana fa, adesso non sembra poi così astratta.

Dall’altra parte ci sarà il bielorusso Ilya Ivashka. Lo potremmo quasi definire un ‘big server mascherato’. Alla pesantezza delle sue battute, infatti, abbina anche una certa solidità nello scambio prolungato. Il rovescio è il suo colpo più sicuro ma anche con il dritto le cose non stanno andando male. Numero 73 del mondo, fa parte di quella cerchia di tennisti molto fastidiosi per Musetti, che preferisce avversari che concedono più tempo per poter pensare ad una singola giocata. I due si sono già incontrati ad inizio maggio sulla terra in altura della Caja Magica. Lorenzo è riuscito ad imporsi in rimonta dopo più di due ore. Tutto porta a pensare che sarà battaglia anche a New York.

RODAGGIO – Specialmente in un torneo dello Slam, la condizione migliore si trova in corsa. Certo è che vedere Rafael Nadal rivolgersi al proprio angolo ed affermare nervosamente di ‘stare giocando con molta ansia’ non è roba da tutti i giorni. È successo con il maiorchino sotto di un set ed un break contro Fabio Fognini. Evidentemente il ventidue volte campione Slam, complice anche una non perfetta brillantezza fisica, non si sente troppo tranquillo. Il suo tennis sta alternando momenti di sbandamento a picchi di elevatissimo tasso tecnico. In attesa della continuità, però, lo spagnolo continua a macinare vittorie rimanendo ancora imbattuto sul campo nei Major stagionali.

Ora tra lui e gli ottavi di finale c’è Richard Gasquet. I due si conoscono alla perfezione per aver condiviso, tra le altre cose, tutta la trafila dei tornei giovanili. In questo caso non è tanto una questione tecnica per poter stabilire un pronostico quanto piuttosto una di numeri. Si sono affrontati diciassette volte prima di oggi ed in tutti i casi ad imporsi è stato l’ex numero uno del mondo, che ha dalla sua parte un mostruoso parziale di trentanove set a quattro. C’è da dire che il francese non sta giocando male. Sia a Winston-Salem sia nei primi due turni degli US Open ha messo in mostra una buona condizione. Pensare, tuttavia, che a trentasei anni possa cogliere il primo successo della carriera contro il campione iberico risulta francamente una tesi difficile da portare avanti.

DOMINANTE – Carlos Alcaraz domina, si diverte e fa divertire l’Arthur Ashe. È vero, il tabellone gli ha riservato due ostacoli non insormontabili, due ‘ratti di fango’ argentini come Baez e Federico Coria. Lo spagnolo, tuttavia, sta facendo le cose egregiamente, solidissimo con i colpi dal basso, reattivo a rete ed atleticamente impressionante nella copertura del campo. Quest’oggi potrebbe diventare il più giovane tennista a raggiungere due ottavi di finale consecutivi agli US Open da Pete Sampras (edizioni 89’ e 90’). L’anno scorso entrò a gamba tesa sul grande tennis facendo i quarti a Flushing Meadows, ora vuole ben altro pur essendo partito un po’ a fari spenti dopo una parte di stagione sul cemento un po’ ballerina. Il suo avversario al quarto turno sarà Jenson Brooksby. Per il ventunenne di Sacramento tutto è cominciato proprio tre anni fa a New York.

Non ancora diciottenne, ricevette una wildcard e trionfò al primo turno in quattro set sul ceco Thomas Berdich per poi perdere dal gerogiano Basilashvili. A quel punto fu investito da una domanda: accettare l’ingente assegno e diventare professionista rinunciando a quattro anni pagati in uno dei più importanti college americani? La risposta fu affermativa ed alla fine le cose sono andate bene al ‘piccolo Jim Courier’. Numero 43 del mondo, tre finali già sul circuito maggiore, ad oggi è uno di quei tennisti giovani da monitorare. Il muro Alcaraz sembra difficile da scalare ma guai a sottovalutare lo statunitense, che in casa spesso può diventare un osso durissimo.

BIG MATCH – La partita della sesta giornata da tenere d’occhio in campo femminile è quella tra Garbine Muguruza e Petra Kvitova, plurivincitrici Slam ma mai regine agli US Open. Entrambe, per motivi diversi, stanno faticando a tornare ai fasti di un tempo. La spagnola è arrivata all’ultimo Slam della stagione in una crisi tecnica nerissima. Non vinceva due partite di fila addirittura da fine febbraio. In questo senso sono risultate per certi versi sorprendenti i due successi riportati contro la danese Tauson e la stella ceca Linda Fruhvirtova, due ragazzine destinate ben presto a prendersi la scena.

Ancora non può essere ritenuta una favorita per la vittoria finale. Certo è che più va avanti e più diventa pericolosa, come ha dimostrato in tutta la sua carriera. A partire favorita sarà la mancina ceca, che può contare su un vantaggio di 5-1 nei precedenti. I problemi fisici negli ultimi anni la stanno palesemente limitando. Lei non si arrende. Nella stagione sui prati ha vinto ad Eastbourne mentre appena due settimane fa ha raggiunto la finale a Cincinnati. Difficile, tuttavia, fare un pronostico tra due giocatrici molto umorali e che devono definitivamente ritrovare le loro certezze.

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