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La finale dell’edizione 2021 degli US Open sarà tra Emma Raducanu e Leylah Annie Fernandez: le due tenniste sconfiggono, rispettivamente, Maria Sakkari e Aryna Sabalenka, trasformando in realtà una finale tra teenager che non si verificava dal 1999, quando Serena Williams vinse il suo primo Major a spese di Martina Hingis (la svizzera aveva in bacheca già 5 Slam).
La serata newyorkese inizia con la canadese che batte una fallosissima Aryna Sabalenka con lo score di 7-6 4-6 6-4, al termine di una battaglia durata 2 ore e 20 minuti. Prestazione meno brillante delle altre, eppure Fernandez è stata bravissima nello sfruttare al meglio gli oltre 50 errori non forzati della numero 2 del mondo, giocando meglio della sua avversaria nei momenti importanti. Per lei si tratta della terza vittoria contro una top 5 nello stesso torneo (in precedenza aveva eliminato Naomi Osaka ed Elina Svitolina). La canadese, grazie a questa finale, si issa al 27° posto del Ranking e, in caso di trionfo, entrerebbe tra le prime 20 tenniste del mondo. L’inizio del match è bruciante da parte di Sabalenka: la bielorussa fa valere la sua straordinaria potenza e, grazie ad un parziale di 12 punti a 2, scappa subito sul 3-0. Fernandez, allora, entra sempre più in partita, ma Sabalenka, nei suoi turni di servizio, è ingiocabile. È solo nel settimo game, infatti, che la semifinalista di Wimbledon perde i primi punti alla battuta: questi punti, però, arrivano tutti insieme e, in un attimo, la tennista di Minsk si ritrova sotto 0-40. Alla terza occasione, il controbreak, da possibile, diventa reale ed è proprio un doppio fallo, il secondo del game, a condannare la bielorussa alla lotta in questa prima frazione. Nel gioco successivo, Sabalenka prova a rifarsi aggressiva e si procura una palla break, ma Fernandez ora è in partita e reagisce bene, agganciando l’avversaria sul 4-4. Le difficoltà aumentano sempre di più, ma, nel dodicesimo game, arriva un set point per la campionessa di Madrid, non sfruttato a causa di una brutto errore con il dritto, colpo che, in situazioni di tensione, tende a perdere un po’ troppo spesso. Alla fine, è un tiebreak a decidere le sorti del primo set, vinto da Fernandez per 7 punti a 3. Tra i dati del set, sorprende quello della resa con la seconda di servizio: 59% per la canadese, 22% per la numero 2 del mondo. La tigre, animale che la rappresenta e che porta tatuato sul suo braccio, reagisce e inizia il secondo set proprio come fatto nel primo, conquistando un break in apertura. Anche stavolta, tuttavia, il controbreak arriva: 2-2. Sabalenka appare sempre più agitata e infatti, nel quinto game, affossa in rete un rovescio che avrebbe potuto riportarla in vantaggio di un turno di risposta. In questo momento, il pubblico è tutto schierato per la canadese e la bielorussa prova, con gesti plateali, a chiamare applausi sui suoi colpi vincenti. Nel nono game, ecco la svolta: Sabalenka riesce a scuotersi e a procurarsi due palle break, la seconda delle quali manda la tennista di Minsk a servire per il set. Un turno di battuta tenuto a zero le regala il parziale per 6-4: si va al terzo. Nella frazione decisiva, è Sabalenka la prima ad andare in difficoltà: la bielorussa rimonta da 0-30 nel quarto game e si trascina sul 2-2. Fernandez, però, è bravissima a non scoraggiarsi e continua a tenere la battuta con scioltezza. La numero 2 del mondo, sempre più immersa nel suo dramma, annulla una palla break nel suo successivo turno di servizio, ma, nella seconda occasione, sparacchia un rovescio fuori di metri: Fernandez è a soli due game dalla finale. Reagirà Sabalenka? Risposta affermativa: perso il servizio, si porta subito 0-40, e, nonostante alcuni errori grossolani, una risposta vincente con il dritto le regala l’immediato controbreak. Sotto 5-4, la più esperta delle due va a servire per restare nel match, eppure la tensione si fa sentire: due doppi falli consentono alla canadese di giocarsi tre match point. Il primo è quello buono: Leylah Annie Fernandez è in finale agli US Open.
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La serata americana prosegue sull’onda scatenata dalla canadese: poco tempo dopo, Emma Raducanu batte Maria Sakkari 6-1 6-4 e raggiunge anche lei la finale. La britannica, che è già sicura di salire al 32° posto della classifica mondiale (era al 150 prima di questo torneo), diventa la prima tennista (uomo o donna) a raggiungere l’ultimo atto di uno Slam a partire dalle qualificazioni. Sakkari sembra partire forte e si procura tre chance in risposta: Raducanu non si arrende e la trascina ai vantaggi, tenendo l’iniziale turno di servizio. Break mancato, break subito: la britannica si scuote ed è lei a mettere a segno la prima fuga. Nel terzo game, sono altre quattro le occasioni sprecate dalla greca: Raducanu tiene il servizio e vola 3-0. Il monologo della numero 150 del mondo prosegue e, complici tanti errori dell’ellenica, il primo set si chiude sul 6-1. La testa di serie numero 17, allora, prova ad imbastire una reazione, tenendo a zero il primo game del secondo set. Ciò, però, si rivela un fuoco di paglia: Raducanu trova l’ennesimo break nel terzo gioco. La tennista inglese, avanti 3-1, si procura persino due palle del doppio break, ma Sakkari scampa il pericolo e prova a rimanere in gara. Il momento della sconfitta, tuttavia, è solo rimandato: nel decimo game, la britannica si porta a servire per il match e non sbaglia: 6-1 6-4, Emma Raducanu vola in finale.
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