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Manca sempre meno agli Us Open 2020. Tra polemiche, dubbi e incertezze, alla fine lo Slam americano si terrà dal 31 agosto al 13 settembre. I giocatori e i rispettivi staff stanno volando in queste ore verso New York, dove si terrà anche il Western & Southern Open. Il torneo di Cincinnati si trasferisce nella ‘bolla’ newyorkese in vista dell’evento culmine della trasferta a stelle e strisce.
Come funzionano i test a New York? Come viene affrontata la gestione dei tamponi? Secondo quanto appreso dalla redazione di Sportface.it, gli organizzatori hanno delineato una sorta di ‘programma’ dal momento dell’arrivo dei protagonisti, che servirà per ridurre al minimo la possibilità di contagio.
GESTIONE TEST – I giocatori e gli staff vengono accolti sin dall’arrivo all’aeroporto per poi essere accompagnati in hotel dove è presente una zona dedicata per effettuare i test. Il classico tampone nasale è obbligatorio. C’è anche la possibilità (opzionale) di effettuare il test sierologico. Eseguito il test, ci si reca in stanza e si attendono le 24 ore successive per il risultato.
Successivamente per gli allenamenti è prevista una sessione al giorno da 90 minuti, mentre per mangiare in hotel è stata implementata un’applicazione per le ordinazioni.
‘AUTOTAMPONE’ – Un punto da sottolineare è quello riguardante i tamponi, che a differenza di quelli ‘europei’ non vengono eseguiti da medici o da persone indicate a farlo. Il tampone viene effettuato dai giocatori direttamente all’interno delle proprie narici. Dopo aver svolto la procedura, il tampone viene consegnato a chi di dovere per poi constatarne un’eventuale positività o negatività. Secondo le prime testimonianze sul posto, l’infermiere incaricato osserva comunque che l’operazione venga eseguita a dovere. Sull’efficacia dunque non dovrebbero esserci problemi.
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