Naomi Osaka trionfa agli Us Open. Ma sarà una finale che passerà alla storia per l’ennesimo sfogo di Serena Williams sul cemento dello Slam di casa. Il punteggio finale è di 6-2 6-4 per la giapponese che a 21 anni vince il suo primo titolo major. Rimandato ancora una volta, dopo lo scorso Wimbledon, l’aggancio a Margaret Court a 24 titoli Slam per Serena Williams che ha tramutato questa finale, in cui partiva nettamente favorita in uno psicodramma personale. Tutto è iniziato all’inizio del secondo set quando la tennista di casa ha ricevuto un avvertimento per aver ricevuto suggerimenti dalla panchina, lei ha negato tutto con l’arbitro. Da lì in poi è un climax di avvenimenti negativi per lei che rompe una racchetta e riceve prima un punto di penalità e poi, dopo aver per così dire discusso con l’arbitro, riceve anche un game di penalità.
Grande merito comunque alla nuova campionessa Slam che ha dominato il primo set e, probabilmente, è stata anche causa del nervosismo di Serena. La Osaka ha corso in lungo e in largo difendendosi sui colpi potenti dell’avversaria e dimostrando una grande personalità nel non subire la personalità dell’avversaria prima e nel non farsi distrarre da tutto quanto poi.
Inizio difficile per Serena che probabilmente sente un po’ di pressione, ma soprattutto subisce i colpi stretti dell’avversaria che nei primi giochi. La Osaka non indietreggia di un centimetro dalla riga di fondo e non subisce la potenza dei colpi dell’americana che pare nervosa e con poca fiducia per poter forzare i colpi. Il servizio non funziona a dovere per la Williams che commette troppi doppi falli, uno per gioco, e raccoglie pochi punti diretti e la prima fatica ad entrare. L’americana subisce cinque giochi consecutivi, di cui due break, e la giapponese rapidamente al servizio per chiudere il set sul 5-2, nonostante sul 4-1 la Williams abbia avuto due palle per recuperare uno dei due break di svantaggio. Anche in questa occasione la Osaka non trema, continua a spingere con la prima e a muovere bene l’avversaria riuscendo a chiudere in poco più di mezz’ora un set dominato.
Nel secondo set la musica non cambia: la giapponese gioca con grande personalità nonostante i 21 anni e soprattutto a livello fisico non molla niente, sia a livello di corsa che in potenza dei colpi. Sul 1-1 Serena è costretta ad annullare una palla break di fondamentale importanza per l’andamento del set, anzi nel game successivo è proprio lei a strappare il servizio all’avversaria alla quarta occasione del game nel gioco più lungo della partita fino a quel momento. Proprio nel momento in cui deve allungare però l’americana gioca un game disastroso al servizio, commettendo un doppio fallo e si fa raggiungere immediatamente. La tennista di casa è troppo nervosa e si prende anche un penalty point dopo aver rotto la racchetta al cambio di campo, nonostante il pubblico sia tutto per lei, non riesce a trasformare questa energia positiva, anzi torna al servizio senza idee e perde nuovamente la battuta. Al cambio di campo succede di tutto: Serena se la prende ancora con l’arbitro che le infligge addirittura un penalty game, mandandola sotto rapidamente 3-5. La tennista di casa si sfoga con tutti, pretendendo il supervisor in campo ma la decisione è irreversibile. La Williams si sente derubata e scoppia anche in lacrime, non è la prima volta che le succedono questi episodi sempre nel torneo di casa. Ormai non è più una questione tennistica, ma semplicemente di nervi e la Osaka ha avuto il merito di estraniarsi da tutto quanto le è successo attorno e al servizio sul 5-4 si è aggrappata alla battuta per chiudere il game e il set.