Roger Federer comincia sul velluto il proprio Us Open 2018. Il numero 2 del mondo dà spettacolo nel primo match della sessione serale sull’Arthur Ashe Stadium surclassando un impotente Yoshihito Nishioka che nonostante qualche punto da ricordare anche per lui non è riuscito ad evitare il 6-2 6-2 6-4 finale. Federer appare anche fisicamente molto più a suo agio sul campo dopo le difficoltà avute a Cincinnati e riceve comunque delle notizie molto positive dai propri colpi, pur contro un avversario ancora acerbo su tali palcoscenici, e dalle caratteristiche molto poco efficaci contro il fresco 37enne, che a 10 anni dalla sua ultima vittoria a New York continuerà il percorso verso l’ipotetico quarto di finale contro Novak Djokovic affrontando il francese Benoit Paire.
Naturalmente, i due non si erano mai incontrati prima di questo match, complice la giovane età di Nishioka e il suo gravissimo infortunio, che ne ha stoppato prepotentemente l’ascesa ormai certa nel circuito Atp. Il giapponese sembrava infatti destinato ad un grande 2017, soprattutto dopo essere rientrato tra i primi 100 del mondo ad inizio anno e aver raggiunto i quarti nell’ATP 500 di Acapulco e addirittura gli ottavi di finale, partendo dalle qualificazioni, nel Masters 1000 di Indian Wells. Volato sino alla posizione numero 58 nel ranking del 20 marzo 2017, tutt’ora la sua miglior classifica, il ragazzo di Mie sembrava pronto ad un altro piccolo salto in avanti. Quattro giorni dopo però, il 24 marzo, durante la sfida contro Jack Sock a Miami, Nishioka ha dovuto fare i conti con la rottura del legamento crociato anteriore sinistro, che ne ha pregiudicato tutto il resto della stagione per via dell’intervento chirurgico nell’aprile successivo. Il nipponico è rientrato infatti alle competizioni proprio il 1° gennaio 2018. Proprio all’infortunio si deve la sua caduta in classifica fino al numero 380 nell’aprile di questo anno. Nella prima parte dell’anno, Nishioka ha infatti ottenuto solamente due vittorie nel tabellone principale di un torneo del circuito maggiore (Melbourne e Miami). La risalita fino all’attuale posizione numero 177 della classifica mondiale, è cominciata però proprio a maggio, con la vittoria nel Challenger di Gimcheon, per proseguire poi con i quarti di finale raggiunti nell’ATP 250 di Los Cabos e la qualificazione ottenuta nel Masters 1000 di Toronto. Entrambi i giocatori tornano in campo dopo la trasferta a Cincinnati. Mentre il mancino 22enne si è però fermato al secondo turno di qualificazioni, Federer è ripartito comunque bene dopo la sconfitta nei quarti di finale di Wimbledon, perdendo solamente in finale contro Novak Djokovic. Lo svizzero ha tuttavia faticato abbastanza con il rovescio e, proprio a New York dovrà cercare di ritrovare la forma migliore, in un torneo vinto consecutivamente dal 2004 al 2008, con le ultime due finali perse nel 2009 e nel 2015.
Nonostante l’avversario mancino, Federer approccia in maniera molto sciolta al match, servendo in maniera perfetta e alzando subito i ritmi alla ricerca di un tennis veloce, caratteristica non esattamente costante della sua avventura in quel di Cincinnati due settimane fa. L’elvetico ha infatti dichiarato di trovarsi meglio a New York quest’anno e Nishioka in avvio ne paga subito le conseguenze. Il 177 ATP parte infatti malissimo con il rovescio, commettendo diversi errori non forzati e ritrovandosi immediatamente indietro di un break dopo il primo game. Federer, pur con qualche piccolo problema di distanza dalla palla sul lato del diritto, non soffre minimamente i colpi dell’avversario, riuscendo comunque a colpire con grande anticipo e sempre attaccato alla riga di fondo, oltre che in controbalzo anche sui pochi colpi davvero penetranti di Nishioka. Il nipponico non è in grado di difendere il proprio turno di battuta in maniera costante, specie contro un Federer molto aggressivo: nel primo set lo svizzero domina in lungo e in largo, cedendo solo 7 punti in battuta e aggiudicandosene 16 su 33 in risposta, per un totale di 15 vincenti e 10 non forzati, a fronte dei soli 3 vincenti dell’avversario. Troppo morbido il servizio di Nishioka, che nel quinto gioco subisce un ultimo break, perdendo 6-2 il primo parziale dopo 31 minuti di gioco: Federer comanda anche in risposta, sfruttando la percentuale di prime del giapponese ferma al 52 e trovando velocemente e spesso anche la via della rete.
Il monologo della leggenda vivente del tennis continua anche nel secondo parziale. Pochissime sono le imperfezioni col pubblico di Flushing Meadows annoiato forse dal match a senso unico, ma certamente deliziato in prima serata da una versione molto convincente del numero 2 del mondo e 20 volte campione Slam, che con una facilità imbarazzante riesce a cambiare direzione con entrambi i colpi, disegnando traiettorie estremamente profonde, annichilendo il proprio avversario con la cattiveria agonistica che lui più di ogni altro è capace di esprimere con un tennis all’apparenza quasi frettoloso, che con la resa di questa sera si trasforma però in uno spettacolo a cui Federer ha abituato nelle sue giornate migliori soprattutto dal 2014 anno dell’inizio della biennale collaborazione con Stefan Edberg, suo idolo d’infanzia. Dopo 35 minuti si conclude, con lo stesso eloquente score il secondo parziale. Non cambia la situazione da incubo al servizio per l’ex numero 58 del mondo, che chiude con numeri molto simili al primo parziale. Migliorano ancor di più quelli di Federer invece, che totalizza addirittura 24 vincenti, perdendo solamente 2 punti con la prima di servizio, colpo grazie al quale il numero 2 del seeding ha peraltro superato l’unico momento difficile del set, con tre palle break consecutive annullate nel quinto game.
La musica non può cambiare e non cambia neanche nel terzo ed ultimo parziale. Nishioka è veloce, ma non abbastanza per il tennis di Federer questa sera. Il nipponico al servizio si dimostra ancora immaturo tecnicamente, dimostrando di saper usare davvero poco i tagli e spesso servendo la pallina su un piatto d’argento per il 37enne di Basilea, che durante il match riesce ad impattare moltissime risposte vincenti. Può sicuramente migliorare la resa della risposta col diritto a sventaglio, ma quest’oggi Federer ha usato benissimo anche lo slice di rovescio, colpo rivelatosi una sicurezza per lui oltre che veleno per il proprio avversario, che spesso si vede costretto a fare dei veri miracoli in recupero per mettere a segno un punto, facendo anche lui di molto il tasso della spettacolarità nel terzo set. Nello score, però, non c’è nulla da fare per il giovane nipponico, che nonostante tutto l’impegno profuso e l’attitudine incredibilmente positiva nel finale, non riesce a recuperare i due break di svantaggio. Federer, dopo un sorprendente passaggio a vuoto nel finale (12 errori non forzati nel terzo parziale, concentrati negli ultimi 4 game), con un break subito sul 5-2, chiude la contesa dopo un’ora e 55, col punteggio di 6-2 6-2 6-4. Buona la performance dello svizzero, per la 18esima volta vittorioso all’esordio a New York. Applausi anche per Nishioka nel finale, bravo a combattere nonostante il destino già segnato.