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È tempo di bilanci per l’edizione appena conclusa degli Us Open 2017. Dal successo di Rafael Nadal all’incredibile affermazione di Sloane Stephens, passando dalle sorprese, i ritorni e le grandi sconfitte, ecco le pagelle dei protagonisti (e non) della quarta e ultima prova stagionale del Grande Slam.
IL TABELLONE MASCHILE
Rafael Nadal: 10
Non si finiscono di contare i numeri realizzati dal maiorchino: secondo titolo Slam dell’anno dopo Parigi (come nel 2013), terzo trionfo sul cemento di Flushing Meadows, sedicesimo major in carriera, a sole tre distanze da Federer. È stato un cammino netto per lo spagnolo, mai messo in serio pericolo anche laddove ha perso il set d’apertura, come contro Daniel e Mayer al secondo e al terzo turno. Nadal ha lasciato le briciole a Dolgopolov, Rublev e allo stesso del Potro, una volta ingranata la marcia dopo la perdita del primo set. La finale contro Anderson è stata completamente a senso unico. Inimmaginabile a inizio anno una stagione così vincente.
Kevin Anderson: 9
In una parte bassa di tabellone apertissima a causa della caduta dei big nei primi turni, il tennista sudafricano si è fatto largo mostrando un gran tennis. Solidissimo nella prima settimana, Anderson ha ottenuta un’importantissima e sofferta vittoria ai quarti contro il beniamino di casa Sam Querrey e ha poi regolato Carreño, che non regala mai nulla. Contro Nadal nulla ha potuto, ma il tennista di Johannesburg ha fatto la storia del suo paese: è il terzo tennista sudafricano di sempre ad aver raggiunto una finale Slam.
Juan Martin del Potro: 8,5
Torneo magico per la Torre di Tandil. Resterà impressa nella mente dell’argentino la grande rimonta agli ottavi contro Dominic Thiem (5), in un match in cui, febbricitante, si era trovato sotto due set e un break. Sfida durissima anche ai quarti contro Roger Federer, battuto in quattro set in tre ore di gioco: del Potro si è confermato bestia nera a New York per l’elvetico, non al top a livello fisico, già sconfitto in finale nel 2009. È arrivato esausto nella semifinale contro Nadal, cui è riuscito comunque a strappare il primo set.
Pablo Carreño Busta: 8
Non ricapiterà tanto facilmente che un giocatore possa affrontare, in quattro incontri consecutivi, quattro giocatori tutti provenienti dalle qualificazioni. Lo spagnolo è sceso in campo sempre da favorito, almeno sulla carta, fino alle semifinali, in cui si è dovuto arrendere a un grande Anderson. Ma non è facile arrivare nel penultimo atto di uno Slam senza perdere neanche un set, del resto contro un giocatore promettente come Shapovalov e uno Schwartzman che aveva fatto fuori Cilic. Ha fatto il suo, fin troppo bene.
Roger Federer: 8
Si sapeva dal forfait a Cincinnati che non sarebbe stato uno Us Open facile per il fuoriclasse svizzero. I problemi alla schiena hanno tormentato l’elvetico sin dai primi due turni contro Tiafoe e Youzhny, tutti vinti soltanto al quinto set. Non c’è stato nulla da fare ai quarti contro del Potro, anche se convertire qualche set point avuto a disposizione nel terzo set avrebbe forse cambiato il match. E se Andy Murray non si fosse ritirato a tabellone già sorteggiato…
Andrej Rublev: 8
Vent’anni ad ottobre, il tennista russo ha giocato il miglior torneo in carriera regolando tennisti ben più quotati come Dimitrov e Goffin. Il Next Gen ha mostrato grande solidità mentale nei match disputati e si è arreso soltanto a un Rafael Nadal versione deluxe. Ha un gran futuro davanti.
Diego Schwartzman: 8-
Gli Us Open 2017 hanno regalato il primo grande exploit all’argentino, che non aveva mai raggiunto i quarti di finale in uno Slam. Ottimo percorso fino ai quarti, grazie alle incredibili vittorie su Cilic, seppur malconcio, e Pouille. Qualche rimpianto nel match contro Carreño, che ha approfittato magistralmente di qualche errore di troppo dell’avversario nei momenti chiave.
Denis Shapovalov: 7,5
Ottimo torneo anche per il diciottenne canadese proveniente dalle qualificazioni, già distintosi in casa a Montreal dove, da wild card, si era arreso soltanto in semifinale a Zverev. Spicca il successo su Tsonga, testa di serie numero 8, al secondo turno. Agli ottavi ha costretto un giocatore solido come Carreño a tre tie-break. Le Next Gen ATP Finals di Milano si preannunciano scoppiettanti.
Alexander Zverev: 3
Prometteva bene l’ottima parte di stagione giocata sul cemento nordamericano. Vincitore a Washington e, soprattutto, nel Masters 1000 di Montreal, Zverev, quarta testa di serie, è uscito prematuramente di scena al secondo turno contro Borna Coric, autentica bestia nera per lui. Si sperava in un grande risultato.
Grigor Dimitrov: 2
Stesso discorso per il bulgaro. Ci si aspettava di più dal fresco vincitore di Cincinnati, testa di serie numero 7 a New York, anche se ha perso da un Rublev che si è spinto fino ai quarti. Rimandato.
GLI ITALIANI
È stato Paolo Lorenzi (8) a portare in alto i colori azzurri in questo Us Open. Il senese, che difendeva il terzo turno perso contro Murray, si è arreso con onore ad Anderson agli ottavi, raggiunti grazie alle vittorie su Sousa, Muller, vincitore di un match epico contro Nadal a Wimbledon, e Fabbiano. Lorenzi non era mai giunto agli ottavi in uno Slam. Torneo delle prime volte anche per Thomas Fabbiano (7), che prima d’ora non aveva mai vinto una partita nei tornei dello Slam: ne ha vinto persino due, contro gli australiani Smith e Thompson. Belle vittorie per Stefano Travaglia (6,5), reduce dalle qualificazioni, che ha trovato la prima vittoria Slam su Fognini. Poco da fare, invece, per Andreas Seppi (5), opposto a un Bautista Agut in forma, e Alessandro Giannessi (5), sconfitto da un sempre imprevedibile Gulbis. Ci asteniamo invece su Fabio Fognini (s.v.): su di lui se ne sono dette tante, forse troppe. Il taggiasco questa volta sembra aver capito la lezione, sarà tempo di giudizio nelle prossime occasioni.
IL TORNEO: 7
 In un’edizione orfana delle presenze di Djokovic, Wawrinka, Nishikori e Murray, gli occhi erano tutti puntati su una possibile semifinale tra Nadal e Federer. Così non è stato, visto che i due migliori tennisti della stagione sono stati sorteggiati entrambi nella parte alta e Murray si è ritirato a tabellone già compilato. Enorme il divario tra le due metà di tabellone a livello qualitativo e di teste di serie arrivate fino in fondo. I match di del Potro con Thiem e Federer i più interessanti. Nadal-del Potro una finale anticipata.
IL TABELLONE FEMMINILE
Sloane Stephens: 10. È iniziato con qualche mese di ritardo il 2017 tennistico per la ventiquattrenne statunitense. 11 interminabili mesi di stop per l’infortunio al piede rimediato a Rio, operazione a gennaio, impossibilità di camminare fino a poche settimane fa. Poi la rinascita, dopo il rientro a Wimbledon, con le semifinali a Toronto e a Cincinnati. Si è presentata a New York da numero 83, costretta a partire sulla carta sfavorita in ogni match. Ma è stato un torneo perfetto: vittorie d’autorità , ma anche successi ottenuti non giocando al meglio (vs. Sevastova). In finale ha concesso appena sei gratuiti a un’impotente Madison Keys mostrando grande solidità mentale e ha spiccato il volo versa la conquista del suo primo titolo Slam, per lo più davanti al pubblico di casa. Il rovescio difensivo lungolinea a due punti dalla sconfitta in semifinale contro Venus Williams vale la lode.
Madison Keys: 9
Costretta a saltare gli Australian Open a inizio anno per un infortunio al polso, anche la ventiduenne dell’Illinois è stata operata nel mese di gennaio. Tanta difficoltà a ripartire ad Indian Wells, poi un altro intervento al polso, seppur più modesto, dopo Parigi. Sul cemento nordamericano il riscatto, col successo a Stanford e una sola sconfitta, tra l’altro con match point, a Cincinnati, contro la nuova numero uno Garbiñe Muguruza. A New York spicca il parziale di 16 punti a 4 sul finire di terzo set agli ottavi contro Svitolina, poi il dominio su Kanepi e Vandeweghe. In finale è incappata in una marea di gratuiti contro una solidissima Stephens. Avrebbe meritato il trionfo anche lei, ma il tennis premia un solo vincitore.
Venus Williams: 8
Mancava l’appuntamento con le semifinali a New York dal lontano 2010. Una grande vittoria su un’ottima Kvitova la proiettava dritta in finale, ma la maggiore delle Williams si è dovuta arrendere alla futura campionessa. Troppi gli errori nel terzo set, ma non si può chiedere di più a una giocatrice che, superata da un po’ la trentina, ha brillato quest’anno negli Slam, con le finali raggiunte a Melbourne e Londra.
CoCo Vandeweghe: 8
Bel torneo disputato fino alle semifinali, dove si è sciolta in errori non forzati contro Keys in meno di un’ora. Convincente l’affermazione al terzo turno su Radwanska, spesso ostica per lei, e ottimo match ai quarti contro la numero 1 Pliskova, così detronizzata, per raggiungere la seconda semifinale Slam dell’anno dopo Melbourne.
Kaia Kanepi: 8
Altra storia meravigliosa a Flushing Meadows. Malattie e infortuni l’avevano allontana dal tennis già dalla fine del 2015, poi qualche torneo minore nel 2016 e le uniche apparizioni a Wimbledon e Bucarest quest’anno. È partita dalle qualificazioni posizionata in classifica fuori dalle prime 450, poi la corsa fino ai quarti. Chapeau.
Petra Kvitova: 7,5
È bello rivedere un talento come il suo tornato ai grandi livelli del tennis che conta, dopo l’accoltellamento alla mano sinistra subito in casa ad opera di ladri lo scorso dicembre. Vittoria di spessore sulla favorita Garbiñe Muguruza, poi la resa al tie-break del terzo set a Venus. Ci sta.
Maria Sharapova: 7-
Dopo l’uscita di scena agli ottavi per mano di Anastasija Sevastova (voto: 7,5) ha dichiarato che non dimenticherà mai il successo, con tanto di lacrime, su Simona Halep al primo turno. Una vittoria da 9 su una giocatrice che inseguiva il primato mondiale, ma la siberiana non ha brillato nei match contro Babos e Kenin e ha poi regalato i quarti a Sevastova. Si poteva fare di più.
Garbiñe Muguruza: 5
Candidata alla vittoria sin dalla vittoria a Cincinnati, la spagnola ha dominato nelle prime tre partite, poi ha subito una battuta d’arresto prematura, seppur per mano di una grande Kvitova. Può consolarsi col raggiungimento della vetta della classifica WTA.
Elina Svitolina: 5
Aveva vinto il prestigioso torneo di Toronto qualche settimana fa e ci si aspettava da lei almeno l’accesso alle semifinali, che le avrebbe potuto regalare il numero 1. Brucia la sconfitta contro Keys, con un vantaggio di 4-2 al terzo set.
Karolina Pliskova: 4
I quarti di finale in uno Slam sono un ottimo risultato per chiunque, ma c’era in gioco la permanenza al numero 1 e la necessità , secondo alcuni, che bisognasse dimostrare di valere quella posizione con un grande risultato e su un grande palcoscenico. Insufficiente.
Jelena Ostapenko: 3
Dopo il trionfo al Roland Garros e i quarti a Wimbledon si è spento l’entusiasmo della lettone, che ha raggiunto soltanto il terzo turno dopo le sconfitte all’esordio a Toronto e Cincinnati. Si ricorderà lo sguardo glaciale lanciato in conferenza stampa a una giornalista che le aveva chiesto del rapporto con la Kasatkina, sua giustiziera. Riesce comunque ad entrare in top 10.
Simona Halep: 2
È stata sfortunatissima col sorteggio, ma questa poteva essere davvero l’occasione buona per battere finalmente Maria Sharapova, mai così vulnerabile visto il rientro dall’ennesimo problema fisico. Le chance di diventare numero 1 continuano a sfumare inesorabilmente.
Angelique Kerber: 1
L’anno scorso conquistò qui il secondo Slam, dopo il primo vinto in Australia, e pose fine al dominio di Serena Williams in classifica. In questa edizione è uscita all’esordio per mano di Osaka e uscirà abbondantemente fuori dalla top 10. Annus horribilis.
LE ITALIANE
Tra il 2008 e il 2016 l’Italia ha potuto vantare in ogni stagione almeno una giocatrice in un quarto di finale Slam. Le vecchie glorie sono ormai lontane, ma il dato di tre tenniste tutte ko all’esordio è un segnale preoccupante per il tennis nostrano. Roberta Vinci (4) ha dichiarato di essere ormai agli sgoccioli e che il tennis non è più una priorità . Non fa meraviglia che la tarantina abbia affermato ciò proprio agli Us Open, il torneo che le ha regalato più gioie in assoluto. Bicchiere mezzo pieno: ha perso dalla futura vincitrice. Sfortunata Francesca Schiavone (5), che ha inflitto un bagel alla Kanepi nel primo set; poi la pioggia e il rinvio all’indomani, che ha rimesso in carreggiata l’estone. Non classificato per Camila Giorgi, alle prese con un’infiammazione al braccio che l’ha condizionata nel match contro Rybarikova, battuta nelle qualificazioni a Cincinnati.
IL TORNEO: 8
Con Serena Williams in dolce attesa ferma dai lontanissimi Australian Open, il tennis femminile fatica a trovare una nuova leader e ha guadagnato in imprevedibilità . È stato quindi il torneo delle sorprese e delle storie incredibili, dal comeback di Kanepi e Kvitova alle favole di Keys e Stephens. Storiche per il tennis americano in gonnella le due semifinali a stelle e strisce.