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Kevin Anderson sta vivendo un sogno, non svegliatelo. Il 31enne sudafricano, attuale n.32 ATP ma con un passato da Top-10 nel 2015, ha sconfitto nella prima semifinale degli US Open 2017 lo spagnolo Pablo Carreno Busta col punteggio di 4-6 7-5 6-3 6-4, centrando per la prima volta in carriera una finale a livello Slam. Nel match più importante del torneo, in programma nella serata di domenica, il nativo di Johannesburg se la vedrà con Rafael Nadal o Juan Martin Del Potro.
LA CRONACA – Nella prima frazione, è un piccolo passaggio a vuoto a costar caro a Kevin Anderson, che si scompone nel settimo game e cede il servizio. Carreno Busta sfrutta “l’assist” dell’avversario e, senza particolari problemi, chiude per 6-4 in 33 minuti.
Il secondo parziale vede il sudafricano meno falloso (tre gratuiti in meno) e più concreto: ben venti colpi vincenti, dodici in più rispetto al set d’apertura, gli consentono di conquistare il break nel quarto gioco. Anderson non concretizza il vantaggio, perde la battuta nel game successivo ma torna avanti nel momento clou: sul 6-5 30-30 in favore del 31enne di Johannesburg, Carreno Busta commette prima uno sciagurato doppio fallo e poi si vede infilare da un rovescio potente in diagonale.
Col passare del tempo, aumenta sempre più il divario fra i due giocatori. Nel terzo set, Anderson non concede nulla a Carreno Busta, piazza ben nove aces (tre nel primo game) ed è praticamente perfetto con la prima di servizio (sedici punti vinti su diciotto con questo fondamentale): sull’1-2 15-40, il tennista di Gijon viene tradito nuovamente dalla battuta e, a causa dell’ennesimo doppio fallo in un momento cruciale, concede il break che risulta poi essere decisivo nelle sorti della frazione.
Fin dalle prime battute del quarto set, è Kevin Anderson il più insidioso e pericoloso in risposta. Il sudafricano si crea le sue chance con Carreno Busta che respinge gli attacchi ma alla lunga è costretto a mollare la presa: il futuro numero 15 al mondo, decimo in caso di vittoria del torneo, gioca un quinto game di livello molto alto, con l’avversario che non riesce a contenere le sue accelerazioni e di fatto alza bandiera bianca. Sul 4-2, Anderson si vede annullare due palle del possibile doppio break ma non molla, resta concentrato, attento e lucido tanto da servire con successo per il match sul 5-4: il “gigante buono” è dunque in una finale Slam, chi l’avrebbe mai detto?