Roger Federer e Rafael Nadal, l’atto numero ventotto non si giocherà a New York. Le due leggende del tennis maschile mancano ancora l’incrocio agli Us Open, l’unico torneo dei quattro Slam mancante alla loro rivalità. Per quattro volte si sono affrontati agli Australian Open (3-1 Nadal) e al Roland Garros (tutte vinte dallo spagnolo), in tre occasioni a Wimbledon (con Federer avanti 2-1), ma mai sul cemento di Flushing Meadows. A più riprese i due hanno ‘rischiato’ di ritrovarsi in finale: nel 2008 Rafa fu sconfitto in due giornate in semifinale da Murray, poi battuto da Roger in tre set. Tra 2010 e 2011 fu invece Novak Djokovic a vestire i panni del guastafeste: in entrambi i casi sconfisse l’elvetico in cinque set, con i due match point annullati nel 2011 sul 5-3 40-15 e servizio, tutto in favore di Federer, entrati nella storia. Il primo, in particolare, fu cancellato con una risposta vincente sulla riga, svolta dell’intera partita.
Questa volta è Juan Martin del Potro ad intromettersi. Rafa vola in semifinale concedendo appena cinque giochi a Rublev, ma l’argentino emula quanto fatto nella finale del 2009 imponendosi sul 19 volte campione Slam in quattro set. Federer era apparso in ripresa con Feliciano Lopez e Kohlschreiber dopo aver sofferto e non poco con Tiafoe e Youzhny, prima di incappare in un’altra giornata ‘no’ a causa dei recenti problemi alla schiena. Meriti da non sottrarre assolutamente a del Potro, probabilmente in credito più di chiunque con la fortuna e autore di un’incredibile rimonta nel turno precedente contro Thiem: febbricitante, sotto di due set e con due match point annullati consecutivamente con altrettanti ace, trascinato dalla bolgia del Grandstand. Avrà anche privato il pubblico dell’Arthur Ashe del primo “Fedal” ma la torre di Tandil non ha nessuna intenzione di svolgere il ruolo di co-protagonista. Per Rafa & Roger, l’augurio è di rivederli l’anno prossimo: ormai sembrano averci (ri)preso gusto.