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Trecento volte Fabio Fognini. Il taggiasco entra nel club delle 300 vittorie Atp diventando solamente il quarto italiano a riuscirci, un traguardo storico e segnato da alcune memorabili partite: riviviamone alcune.
29/05/2011, L’IMPRESA A PARIGI CON MONTANES (4-6 6-4 3-6 6-3 11-9)
Una domenica così nessuno la può dimenticare. Fabio Fognini, numero 49 del mondo e ventiquattrenne da pochi giorni, arriva con autorità agli ottavi di finale del secondo Slam della stagione. Nell’ordine sono caduti Denis Istomin (6-4 6-2 6-2), Stephane Robert (6-2 6-1 6-0) e Guillermo Garcia Lopez (4-6 6-3 6-3 6-1). Avessimo chiesto al più folle degli sceneggiatori di inventare un finale memorabile per l’occasione, siamo certi che nessuno sarebbe potuto arrivare a tanto. Che sia una partita tosta lo si capisce presto. Fognini e Montanes si conoscono bene (nei quattro anni trascorsi dal ligure a Barcellona spesso si sono allenati insieme), inoltre lo spagnolo è un vecchio volpone della terra battuta, uno di quei giocatori che se cadono sembra possano rialzarsi all’infinto. Nel primo set l’azzurro si lascia sfuggire alcune buone occasioni, non sfrutta tre palle break e cede il servizio nel decimo gioco. La reazione non tarda ad arrivare: Fabio parte di slancio nel secondo parziale, sale 4-0 e chiude 6-3 sebbene Montanes riesca a recuperare un break. Anche il terzo ed il quarto set hanno padroni differenti, con reazioni e controreazioni. L’atmosfera si fa incandescente, il pubblico parigino si infiamma: si va al quinto. Montanes conquista un break nel quarto gioco e si porta sul 5-2. Sembra finita ma è qui che il nostro folle sceneggiatore decide di darsi da fare. All’improvviso Fognini reagisce, si porta sul 5-5 e non capitalizza due palle break. 7-6 Montanes, servizio Fognini, 15-30: Fabio sbaglia la prima e si ferma, la gamba sinistra fa male. Dopo l’ingresso in campo del fisioterapista il gioco riprende in un’atmosfera surreale. Lo spagnolo, attonito, non sa come comportarsi in una situazione del genere ed inizia a commettere errori su errori: 7-7. L’azzurro non riesce a servire e le chiamate per fallo di piede non si contano più (saranno 9 in totale). Gli spettatori fischiano, ignari di ciò che sta accadendo nel cuore e nella testa del tennista di Arma di Taggia. Sempre più dolorante Fognini annulla due match point, poi altri tre. E’ una torcida vera e propria. Nel diciannovesimo gioco arriva il break decisivo e dopo quattro ore e ventidue minuti Fognini alza le braccia al cielo e dedica la vittoria a papà Fulvio, ricoverato in ospedale per una operazione all’anca. Troppo dolore, niente quarti di finale con Djokovic. L’ultimo italiano a spingersi sino a quel punto a Parigi fu Renzo Furlan nel 1995. Sette anni dopo quel 29 maggio siamo ancora qui a chiederci come sarebbe potuta finire.
06/04/2014, PROFETA IN PATRIA CONTRO MURRAY IN COPPA DAVIS (6-3 6-3 6-4)
Sono passati sedici anni dall’ultima semifinale azzurra in Coppa Davis. L’Arena del Tennis, a Napoli, ci crede. Lo spettacolo è di quelli che fanno strabuzzare gli occhi. E’ dura, durissima. C’è un 2-1 alla Gran Bretagna di Andy Murray da dover rimontare. Il primo singolare di giornata è quello fra Fabio Fognini ed il campione uscente di Wimbledon. Il doppio giocato sabato non lascia affatto buone sensazioni ma Fabio è fatto per stupire, si sa. E lo fa ancora una volta. Subisce solo all’inizio del primo parziale, andando sotto 3-1, ma si rialza subito e la giornata diventa magica. Cinque giochi di fila in cui lo scozzese perde il controllo della situazione. L’azzurro inizia a variare le traiettorie, a spezzare il ritmo con mortifere palle corte che mandano presto Murray fuori di testa. Il pubblico è in visibilio, ha capito che c’è aria di impresa. Fognini tiene bene lo scambio, ogni punto è una guerra nella guerra. Il livello di gioco è molto alto, i due campioni sono costretti a recuperi impossibili e a giocate degne del loro nome. Nel secondo set c’è da tremare solamente sul 2-3, quando il ligure è costretto a salvare due pericolose palle break, per poi strappare la battuta ad un Murray in totale confusione. Ancora un boato, fortissimo: 6-3. Avanti due set a zero la paura è che possa esserci un calo di tensione, con la certezza che anche un mezzo passo falso si rivelerebbe letale. Molti pensano sia un copione già scritto. Ciò che conta è l’intenzione di Fognini di smentire tutti, anche gli scettici di professione. Nel terzo e decisivo parziale Fabio non molla un centimetro e continua a rispondere colpo su colpo. Sul 5-4 in favore dell’azzurro, Murray va sotto 0-40 e riesce a salvare solo due dei tre match point concessi. L’ultimo dritto dello scozzese è largo : 6-4. Ci pensa Andreas Seppi a chiudere i giochi superando Ward 6-4 6-3 6-4. E’ la settima volta che l’Italia recupera in Coppa Davis da una situazione di svantaggio. Con gli inglesi è la dodicesima affermazione in sedici scontri diretti. Fabio ce l’ha fatta. Oj vita, oj vita mia…
https://www.youtube.com/watch?v=LzW7o-pi8To
13/05/2015, LA RIVINCITA SU DIMITROV IN SIMBIOSI CON IL PIETRANGELI (7-6 4-6 6-0)
Il pubblico del Foro Italico aspetta da tempo una giornata così, Fognini anche. Dopo le sconfitte a distanza ravvicinata di Montecarlo (3-6 4-6) e Madrid (6-3 2-6 5-7), la splendida cornice del campo Pietrangeli è l’occasione giusta per rifarsi. Quasi 5000 spettatori, incuranti di un marmo che sotto il sole primaverile romano raggiunge temperature da capogiro, spingono il ligure verso una delle più importanti vittorie della sua carriera. Fabio stesso ha chiesto di giocare all’ombra delle statue. L’azzurro sa che su quel campo magico tutto è davvero possibile. La scintilla è scattata, come nelle più belle favole d’amore. Il primo set vive di un sostanziale equilibrio, con un break per parte e un tie-break tutto da vivere. Fognini annulla tre set point al bulgaro e chiude 11-9 una battaglia senza esclusione di colpi. Sulla terra battuta più prestigiosa lo spettacolo non manca. Ogni punto è un’ovazione così forte che anche i presenti sul Campo Centrale arrivano fin su all’ultimo anello per farsi sentire. Nel secondo parziale è Dimitrov a dare lo strappo decisivo al momento giusto, riuscendo ad imporsi con il punteggio di 6-4. Fabio si innervosisce, sbatte a terra la racchetta. Contro ogni pronostico il terzo set è letteralmente senza storia. Il ligure è in stato di grazia e domina dall’inizio alla fine mettendo in mostra il suo miglior repertorio: pallonetti millimetrici, rovesci fulminanti, recuperi impossibili per essere veri. Questa volta il bulgaro non può nulla, finisce 6-0. Dopo 2 ore e 21 minuti Fognini ha conquistato Roma, mai così felice di abbracciarlo.
05/09/2015, L’EPICA RIMONTA CON NADAL AGLI US OPEN (3-6 4-6 6-4 6-3 6-4)
Nessuno aveva mai battuto Rafael Nadal trovandosi sotto di due set in un torneo dello Slam. Basta questo dato a testimoniare l’importanza dell’impresa. Fabio Fognini entra nella storia del tennis azzurro e non solo, regalando e regalandosi una delle prestazioni più belle di sempre. La notte è di quelle per cuori forti. Si va oltre il tennis, perché davanti ad una simile affermazione sportiva non si può che restare estasiati, lasciandosi trasportare dal primo all’ultimo 15. Fabio perde i primi due set ma gioca alla pari dello spagnolo. Ancora una volta sono i momenti chiave a fare la differenza e Nadal è bravo a sfruttare le occasioni che l’azzurro gli concede. Nel primo parziale, dopo break e contro break in avvio di partita, il maiorchino sale 4-1 e chiude agevolmente 6-3; nel secondo vige il più totale equilibrio sino al 4-4, quando Rafa infila otto punti consecutivi e sembra mettere le mani sul match. Anche l’avvio del terzo set è poco promettente. Lo spagnolo si porta subito avanti di un break ma subisce una clamorosa rimonta da parte di un Fognini che ha chiara la strategia da seguire: attaccare. Il vincente strepitoso che segna il contro break del 3-3 è più di un segnale. Sotto anche nel quarto parziale l’azzurro non si ferma e continua a tirare vincenti da ogni lato del campo. Saranno 70 (leggasi, settanta) alla fine del match. Nadal tira forte, “Fogna” ancora di più. Nel quinto set saltano gli schemi, ormai è una questione di cuore. Quello dell’azzurro è enorme. Dopo break e contro break continui, il decimo gioco è quello decisivo. Sul 5-4 Fognini, 30-40, servizio Nadal, il rovescio del maiorchino finisce in corridoio. 3 ore e 46 minuti dopo, la storia dice gloria.
https://www.youtube.com/watch?v=xv5lrlQKOJM