Come tradizione vuole, arriva settembre e torna anche la Coppa Davis con la sua fase a gironi in vista delle Finals di Malaga. Quattro gironi sparsi per il globo, con tre sedi confermate (Bologna, Manchester, Valencia) e la novità rappresentata da Zhuhai. Una scelta che potrebbe sembrare curiosa, considerando che la Cina non è impegnata, ma alla vigilia dei tornei asiatici in programma nelle prossime settimane, ha una sua validità.
Non si può partire che dall’Italia campione in carica, che inizia la sua difesa del titolo dall’Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Lo farà senza Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, ma con una squadra che resta altamente competitiva e ricca di top-50. Filippo Volandri in questi giorni sarà chiamato a scegliere tra i tre singolaristi Flavio Cobolli, Matteo Arnaldi e Matteo Berrettini, con quest’ultimo che nelle gerarchie non può che partire davanti a tutti dopo la sua ottima estate che lo ha riportato a vestire la maglia azzurra. In doppio ci si affida alla collaudata e vincente coppia composta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, in un girone in cui l’obiettivo deve essere quello del primo posto. Avversaria più insidiosa l’Olanda di Griekspoor e Van De Zandschulp, mentre il Belgio può schierare un buon talento come Bergs e un doppio affidabile, ma ha il problema del secondo singolarista. Chiude il Brasile, altra squadra con un buon doppio e che potrebbe anche decidere di mandare in campo il classe ’06 Joao Fonseca, uno dal futuro (ma già presente) più che roseo.
A Valencia prova a tornare alle Finals la Spagna guidata da Carlos Alcaraz, con un squadra che schiera anche Pedro Martinez, Roberto Bautista Agut, Pablo Carreno Busta e Marcel Granollers. Non sarà facile, perché il girone appare alquanto equilibrato. C’è la Francia che può schierare due giocatori insidiosi come Humbert e Fils, ma soprattutto un’Australia molto solida: un top-10 quale De Minaur, un Popyrin reduce dai migliori tornei della sua carriera, un sempre affidabile Jordan Thompson e due doppisti di assoluto livello come Purcell ed Ebden. E attenzione anche alla Repubblica Ceca, a cui il talento non manca tra Lehecka, Machac e Mensik.
Il Girone C è quello di Zhuhai, con quattro squadre che non si presentano con i loro migliori giocatori. La Germania punta tutto sul doppio Krawietz/Puetz reduce dalla finale a New York, ma a livello di singolaristi rischia di soffrire con Hanfmann, Marterer e Squire. Gli Stati Uniti possono contare su un Nakashima in gran forma e sul doppio Ram/Krajicek. Favorita del girone, in teoria, potrebbe essere il Cile di due top-25 come Tabilo e Jarry, ma entrambi non sono in un gran momento di forma dopo una prima parte di stagioen giocata a tutta. Difficile possa arrivare qualche sorpresa dalla Slovenia.
A Manchester la Gran Bretagna porta Jack Draper, ma vedremo quando scenderà in campo il semifinalista degli US Open dopo le fatiche newyorkesi. Con lui il veterano Dan Evans, la new entry Billy Harris e il doppio formato da Patten e Skupski. L’Argentina ha una formazione competitiva con Baez, Cerundolo, Etcheverry e il doppio Molteni/Gonzalez, ma sul veloce indoor rischia di fare tremendamente fatica. Non dovrebbe avere problemi in ottica qualificazione il Canada, anche se Auger-Aliassime e Shapovalov sono lontani parenti del duo che ha trascinato la squadra alla vittoria nel 2022. Con Ruusuvuori assente, la Finlandia parte dalle retrovie.