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Tiafoe-Fritz vale un posto in finale a New York: 19 anni dopo Blake-Ginepri, è derby sull’Arthur Ashe

Frances Tiafoe
Frances Tiafoe - Foto Ray Giubilo

E così rimasero in quattro. La presenza in semifinale di Jannik Sinner, Jack Draper, Taylor Fritz e Frances Tiafoe garantisce agli US Open di avere un nuovo vincitore al termine dell’atto conclusivo in programma domenica. Dei quattro ancora in corsa, infatti, il solo Tiafoe prima di quest’anno si era già spinto così in avanti New York, quando nel 2022 si arrese a Carlos Alcaraz nel round precedente alla finalissima del torneo. E se gli appassionati italiani nella prima serata italiana di venerdì saranno incollati ai teleschermi per tifare Jannik Sinner verso la sua seconda finale Major del 2024, il main event per il pubblico a stelle e strisce non può che essere per il primo derby americano in semifinale a livello maschile dal 2005, quando Andre Agassi sconfigge Robby Ginepri prima di cedere al cospetto di Roger Federer in finale. Bisogna andare invece avanti di un anno, al 2006, per trovare l’ultimo finalista di casa nella Big Apple: fu Andy Roddick, anche lui poi sconfitto dallo svizzero nel match che valeva il titolo.

Il nome di Roddick è ormai ricorrente da più di due decenni nella testa dei tanti tennisti statunitensi che si sono susseguiti al vertice nel corso degli anni. Il ‘Kid del Nebraska’ ad oggi è ancora l’ultimo ad aver trionfato nello Slam di casa. Era il 2003, stava per diventare numero uno al mondo e sull’Arthur Ashe si aggiudicò il titolo superando in tre set Juan Carlos Ferrero. Sono passati 21 anni da quello che è poi rimasto l’unico major nella bacheca di Andy, il quale poi perse la già citata finale del 2006 e tre volte nell’ultimo atto di Wimbledon. Il carnefice, in tutti e quattro i casi, sempre lo stesso: Roger Federer. Lo stesso Roddick in queste ore nel suo podcast ha dichiarato di essere impaziente nel vedere  un qualche suo connazionale finalmente tornare a vincere a New York. Una vittoria che potrebbe anche sbloccare qualcosa nella testa di questi ragazzi che ogni anno arrivano al torneo con tanta pressione sulle spalle. Un fondo di verità potrebbe anche esserci, ma la cruda realtà è che da quel 2003 ad oggi gli USA in campo maschile semplicemente non hanno prodotto talenti in grado di poter contendere a questo livello, a maggior ragione nell’epoca dei Djokovic, Nadal e Federer.

Un step in avanti quest’anno è stato fatto e uno tra Frances Tiafoe e Taylor Fritz domenica alle 14:00 newyorkesi, le 20:00 italiane, sarà lì a giocarsi il titolo. Con quante chances è tutto da vedere, perché obiettivamente le carte in tavola cambierebbero in base all’avversario. Insomma, incontrare Sinner sarebbe una cosa, trovare il pur ottimo e talentuoso Draper un’altra. Ma la finale è ancora lontana e sotto i riflettori dell’Ashe venerdì nel primetime americano c’è una semifinale tutta da vivere. I due si conoscono da una vita, sono cresciuti sostanzialmente insieme sin dai tornei giovanili, considerando che si portano tre mesi di differenza alla nascita. Lo storico è dalla parte di Fritz, che si è aggiudicato addirittura sei dei sette precedenti giocati sul circuito maggiore. La classifica anche, e questa non è che una rappresentazione di quello che si è visto sui campi nelle ultime 52 settimane. Il 26enne californiano, che all’inizio del 2023 è stato anche n°5 del ranking, negli ultimi due anni ha iniziato a vincere partite anche negli Slam, che erano sempre un po’ il tallone d’achille, con numerose eliminazioni a sorpresa durante la prima fase di carriera e l’aver sfatato il tabù quarti di finale battendo Alexander Zverev è un’altra piccola dimostrazione di una crescita costante, in particolare sotto il profilo mentale.

Discorso per certi versi opposto per Tiafoe, che invece nell’ultimo anno e mezzo non è riuscito a mantenere quel livello che lo aveva portato a toccare – seppure brevemente – la top 10. Ad oggi, Fritz è  (ed è sempre stato) di fatto un giocatore migliore rispetto al connazionale. Ma è una semifinale Slam, i valori di ciò che si è visto fin qui in carriera valgono fino a un certo punto. Tiafoe è uno di quegli atleti che la pressione non sembra patirla, anzi da essa trae beneficio. Non è un caso che i suoi migliori risultati siano tutti arrivati nei tornei di casa. Sa giocare con il pubblico, è in grado di portarlo dalla sua, anche grazie a un talento e una ricerca dello show che non gli mancano affatto. Questo sarà il fattore probabilmente cruciale, specie contro un Fritz che in diverse occasioni non ha mostrato di essere un cuor di leone. Ci attende una battaglia di nervi, con una posta in palio altissima e il primo finalista dell’edizione 2024 degli US Open che già si conoscerà quando i due scenderanno in campo.

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