La decima giornata degli Us Open maschili era dedicata ai due quarti di finale della metà inferiore del tabellone, con i vincenti che andavano ad aggiungersi ai già qualificati Djokovic e Monfils. La seconda semifinale vedrà dunque opposti Kei Nishikori, autore dell’impresa odierna, e Stan Wawrinka, che ha abbattuto le speranze del rientrante Del Potro. I due si sono già affrontati a Flushing Meadows nel 2014 a livello di quarti, e ne uscì una sfida davvero entusiasmante vinta al quinto set dal giapponese, che poi si sarebbe spinto sino alla finale. Nishikori ha superato Stan anche nell’ultimo precedente disputato a Toronto quest’anno, tuttavia lo svizzero conduce ancora 3-2 negli h2h.
I primi a scendere in campo su un Arthur Ashe riempitosi progressivamente sono stati Andy Murray e Kei Nishikori, il primo dei quali conduceva nettamente per 7-1 nei precedenti (l’ultima affermazione del giapponese risaliva alle ATP Finals nel 2014). Lo scozzese, inoltre, arrivava alla sfida forte di 27 successi negli ultimi 28 incontri giocati (l’unica sconfitta contro Cilic a Cincinnati) e negli ottavi aveva lasciato appena cinque game ad un impotente Grigor Dimitrov, mentre Kei nel corso della prima settimana non aveva particolarmente brillato lasciando per strada tre set. A spuntarla nella circostanza è stato tra lo stupore generale il nipponico, che ha sollevato le braccia al cielo al termine di una partita ricca di colpi di scena conclusasi 1-6 6-4 4-6 6-1 7-5 dopo quasi quattro ore di lotta. Pronti via il britannico si ritrova subito sotto 0-40 nel game inaugurale, ma è solamente un fuoco di paglia perché l’allievo di Michael Chang si spegne in fretta. Il numero due del mondo riesce infatti a risalire la china e dall’1-1 infila un parziale mortifero di cinque games consecutivi che chiudono il sipario sulla frazione di apertura. Quando Andy conquista un break di vantaggio anche ad inizio secondo set sembra che la contesa sia destinata a chiudersi presto, Nishikori però non è dello stesso avviso riequilibrando la situazione un attimo prima della sospensione per pioggia. Al rientro in campo dopo la chiusura del tetto, l’inerzia cambia drasticamente come testimonia il passaggio a vuoto di Murray nel decimo game che ristabilisce il computo dei set. Nel terzo parziale il vincitore di Wimbledon strappa per due volte il servizio all’avversario venendo tuttavia puntualmente riagganciato, finché sul 4-4 il terzo strappo si rivela quello buono portando il pupillo di Lendl in vantaggio per 2-1. La quarta partita trova il suo culmine nel terzo gioco: Andy si issa sul 15-40, due chance che lo avrebbero proiettato con un piede in semifinale, e invece lo scambio viene interrotto dalla giudice di sedia per un rumore che avrebbe disturbato i due contendenti. Lo scozzese a tal punto perde visibilmente le coordinate del campo fino a mollare la presa completamente per 6-1. Nonostante Murray abbia vinto 11 dei tredici match in cui si è trovato al quinto set, il nipponica sembra avere qualcosa in più in apertura proiettandosi in pochi minuti sul 2-0. Il campione di Dunblane si conferma straordinario combattente nel momento in cui riesce ad impattare sul 2-2, tuttavia un fendente lungo linea di rovescio di Kei gli consegnano un nuovo allungo sul 4-2, ad un passo ormai dal successo. Nel successo turno di battuta il giapponese riesce a subire il contro break nonostante tre punti di vantaggio (40-0) ed è dunque costretto a ricominciare da capo appaiato sul 5-5. In questa circostanza il contraccolpo psicologico avrebbe potuto abbattere Nishikori, invece un doppio fallo dell’avversario sul 30-30 seguito da una prodezza del numero 6 del seeding consentono a quest’ultimo di andare al servizio per il match. Stavolta non c’è nulla da fare per Murray, con Nishikori che potrà cercare di bissare la finale raggiunta due anni fa.
In sessione serale spazio all’attesissima sfida tra Stan Wawrinka e Juan Martin Del Potro, una sostanziale rivincita del match vinto dal sudamericano quest’anno a Wimbledon complice anche la sciagurata tattica messa in atto dall’elvetico. Stavolta a prevalere è stato proprio lo svizzero, bravo a sconfiggere l’argentino con lo score di 7-6 4-6 6-3 6-2 dopo oltre tre ore di battaglia intensa. Per il giocatore di Losanna si tratta della terza semifinale nelle ultime quattro apparizioni a New York, anche se il passivo recita un pesante 0-3 che non gli ha mai permesso l’accesso all’ultimo atto. Solo applausi comunque per Palito, capace di agguantare un nuovo quarto di finale a livello Slam, exploit che non gli riusciva da oltre tre anni. Nel primo set il vincitore del 2009 può rammaricarsi per non aver sfruttato un break di vantaggio e aver mancato un ulteriore chance nell’ottavo game, mentre nel tiebreak la solidità di Wawrinka ha inciso sull’esito di un primo parziale davvero cruciale. Nonostante lo sforzo profuso la Torre di Tandil ha il merito di riequilibrare il computo dei set grazie ad un allungo piazzato nel settimo game, senza che in questa circostanza Delpo si faccia nuovamente sfuggire il margine acquisito. La terza frazione si decide sul fil di lana, nessuno dei due contendenti concede alcunché nei propri turni di battuto fino al 4-3, quando il sudamericano manca un’opportunità per pareggiare i conti e alla quarta palla break è costretto a capitolare, consegnando di fatto il set all’avversario. La lotta sostanzialmente termina qui, troppo affannato l’argentino reduce da un periodo molto duro e ricco di impegni, tant’è che la quarta partita vede Stan involarsi subito sul 4-0 per chiudere poi con un perentorio 6-2.