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Due finali show. Nel femminile, la più attesa della vigilia; nel maschile tra le più spettacolari possibili. Aprono alle 12.30 sul Campo Centrale del Tc Milano Alberto Bonacossa, e in diretta su SuperTennis Tv, la russa Elena Rybakina e la polacca Iga Swiatek. A seguire, il gigante australiano Alexei Popyrin e il talentino serbo Marko Miladinovic. Andiamo con ordine: mattinata dedicata ai match femminili, con la prima delle due a catalizzare tutta l’attenzione e il pathos. A spuntarla è stata la biondona russa Elena Rybakina, bravissima a rimanere attaccata alla svizzera Ylena In-Albon finché a quest’ultima non si sono scaricate le batterie. Diminuendo la mobilità di gambe, la capacità di cambiare ritmo e la precisione nel trovare gli angoli. La favorita era proprio la russa, che però è stata davvero a un passo dalla sconfitta: nel secondo set, per la precisione, quando sul 4-4 ha sparacchiato un diritto largamente fuori dal campo dando all’avversaria la possibilità di servire per il match e per l’ingresso in finale. Per sua fortuna la russa di lì in poi ha trovato un parziale di 3 game a 0 che ha allungato il discorso al terzo set. Al quale, per l’appunto, Ylena In-Albon s’è presentata ormai scarica. “All’inizio ero un po’ deconcentrata e soprattutto il mio servizio ne ha risentito. Poi sono riuscita a salire di livello. Ho avuto una settimana molto dura e ho dovuto giocare molti match difficili, in più oggi faceva molto caldo. Ora mi riposerò, cercherò di recuperare tutte le energie e giocarmi al meglio la finale”. ‘Lena’ affronterà la polacca Iga Swiatek che, nonostante i quasi due anni di differenza che concede alla russa, si presenta forte di un ruolino di marcia fatto di 7 titoli Itf, 4 nel circuito Junior e 3 in quello Pro. Ma anche da un sabato molto meno faticoso: per lei, giusto il tempo di giocare 10 game, vincerne 8 e assistere al ritiro della croata Lea Boskovic, avvenuto sul 6-2 2-0 per una contrattura alla coscia destra.
Tra i maschi invece è un grande Marko Miladinovic quello che si fa largo a suon di colpi vincenti – di diritto quanto di rovescio – verso la finale maschile del Trofeo Bonfiglio. Emblematico il drittone lungolinea con cui ha chiuso il match, a soltanto un’ora e mezza dall’avvio, per un doppio 6-4 che all’americano Oliver Crawford non lascia quasi nemmeno motivi per recriminare. Se non per l’avvio di parziale, quando il californiano è andato a condurre per 4-2; o per quella volée di diritto che l’avrebbe portato, sempre nel primo set, sul 5-5. Di lì in poi è stato uno show tutto serbo: “Ho voluto provare a chiudere il match con un colpo vincente perché era così che avevo impostato tutta la partita, cercando di avere sempre l’iniziativa in mano”. Ad attenderlo dall’altra parte della rete ci sarà lo spilungone australiano Alexei Popyrin, che ha ceduto il primo parziale alla maggior abilità nel muovere la palla del precocissimo russo Timofey Skatov (classe 2001) ma che ha saputo alzare le braccia al cielo, 2 ore e 12 minuti dopo, sfogando la tensione di un match durissimo scaraventando un pallina oltre le tribune del campo Centrale. Ha mostrato un servizio e un diritto da circuito maggiore, ma anche una buona abilità negli spostamenti e in fase difensiva nonostante le lunghissime leve da portare avanti e indietro per il campo. “Ho giocato diversi match duri questa settimana – ha detto l’australiano -, ma ho già in testa quello che devo fare in finale. So che il mio avversario è un osso duro, sarà un match molto difficile”. Ma anche spettacolare.