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Una crisi senza fine per Jack Sock, autore di un 2018 da incubo, e da dimenticare al più presto. Il tennis americano sembrava aver trovato finalmente il giocatore su cui poter fare affidamento, e le premesse erano in effetti più che buone. Il nativo del Nebraska aveva sorpreso tutti un anno esatto fa, riuscendo ad alzare il titolo al Masters 1000 di Parigi-Bercy, prima di centrare il culmine del proprio exploit alle Atp Finals di Londra 2017. Un finale di stagione che sembrava essere solo l’inizio di un lungo cammino verso l’Olimpo.
IL TRACOLLO – Poche, pochissime gioie recenti per Sock: le uniche sono arrivate dal doppio, con cui assieme a Mike Bryan ha trionfato in due tornei dello Slam, ovvero Wimbledon e gli Us Open. Troppo poco per non pensare ad una vera e propria crisi, iniziata a gennaio con la sconfitta ad Auckland per mano di Gojowczyk. Una serie interminabile di primi turni, sia nei major che appunto nei tornei minori. Il giocatore a stelle e strisce ha dato qualche segnale di risveglio proprio a Parigi-Bercy, dove effettivamente sembra trovarsi a proprio agio. Il percorso di Sock nell’ultimo “Mille” della stagione si è placato ai quarti di finale, dove il classe ’92 ha sbattuto sul muro issato da Thiem.
ADDIO TOP-100 – E ora rischia grosso il ventiseienne, sempre in ottica classifica. Una miriade di punti da scartare, tra Bercy e Finals, lo capulteranno fuori dai primi 100 giocatori al mondo, attorno alla posizione numero 105: un’utopia solo 12 mesi fa. E’ in dubbio anche il main draw degli Australian Open per Sock, il quale spera di non perdere troppe posizioni dai colleghi che arrivano dalle retrovie.