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Tennis Team Project presenta una nuova figura: “Aiuterà i ragazzi a ricevere finanziamenti dalle gare a squadre”

Max Dall’Acqua (Tc Castiglionese), Daniele Giorgini (Match Ball Firenze) e Leonardo Azzaro (Ct Pontedera), fautori del Tennis Team Project, durante una diretta Facebook hanno parlato del futuro del loro progetto, che a causa dell’emergenza Coronavirus ha subito uno stop, come d’altronde tutto il mondo dello sport, ma è pronto a ripartire più carico di prima. I tre ex giocatori professionistici, in attesa di novità sulla possibilità di ritornare in campo, hanno presentato una nuova figura che entrerà a far parte del progetto a breve: “Questa persona aiuterà i ragazzi a ricevere dei finanziamenti attraverso le competizioni a squadre. Le gare a squadre sono importantissime. Noi stessi abbiamo potuto fare degli investimenti grazie ai finanziamenti ricevuti dalle competizioni a squadre in Italia e all’estero. Il tennis è uno sport costoso e questa figura renderà le cose più facili. E’ indubbiamente un incentivo in più a fare bene. Il ragazzo è consapevole di avere un’entrata e che c’è un progetto su di lui. La cosa è già in porto. Quando finirà questo pandemonio, la persona verrà alla riunione che organizzeremo con genitori e figli, chiarirà le sue competenze e presenterà il progetto“.

Si è poi parlato delle opportunità in ottica futura che offre il Tennis Team Project, il quale guarda oltreoceano: “Vogliamo che i ragazzi siano seguiti, che facciano attività nazionale e internazionale e che tutto ciò possa sfociare in un futuro di istruzione, attività agonistica, professionale o universitaria. C’è la possibilità di andare in America, allenarsi, studiare e magari tornare con una laurea. In alternativa ci si può stabilizzare lì, come hanno fatto tanti amici che hanno trovato la loro strada, ad esempio come manager o allenatori di accademie importanti. Economicamente è molto vantaggioso, poiché con una borsa di studio è possibile studiare e giocare a tennis. In Italia, invece è molto difficile conciliare entrambe le cose. Le famiglie, invece di spendere 70mila dollari, potranno cavarsela con 8/9mila dollari. Nel frattempo, i figli sono in un appartamento, si allenano e imparano l’inglese. E’ un’ottima occasione per il futuro dei ragazzi“.

In seguito, il Tennis Team Project ha ribadito che il progetto non coinvolge solamente tre circoli, ma tutte le persone che vogliano fidarsi di loro: “Il nostro obiettivo è dare un servizio a chi ne ha bisogno, a partire dai maestri fino ai circoli. Non è una struttura a sé che lavora per i propri interessi, bensì è importante che tutti i maestri possano contare su di noi e affidarci alcuni dei loro ragazzi. Il nostro spirito è di collaborazione. Siamo uno squadrone: noi ci mettiamo la faccia, ma dietro di noi ci sono oltre dieci persone qualificate che lavorano. Un altro punto in nostro favore è la location. Massimo è al sud della Toscana, Leonardo sul mare e Daniele al centro. I nostri circoli sono distribuiti in modo perfetto per coprire varie esigenze ed occupano una posizione strategica“.

Durante la diretta, un altro tema affrontato è stata la ripresa del tennis: “Si ripartirà a livello nazionale. Marco Crugnola sta cercando di organizzare un circuito di tornei open in una determinata zona, magari facendone disputare uno a settimana. E’ l’unico modo per far ripartire il movimento e per far giocare tutti. Ovviamente ciò non potrà accadere in tutta Italia, specialmente nelle regioni con molti contagiati e dove le persone hanno sofferto. Inoltre, bisognerà attendere l’evolversi della situazione. Quando i contagi si abbasseranno la macchina si rimetterà in moto, ovviamente con la sicurezza al primo posto“.

Infine, Dall’Acqua, referente provinciale, ha informato sulle ultime notizie trapelate: “La novità è che i ragazzi che non hanno potuto rinnovare il proprio certificato medico potranno scendere in campo fino al 30 giugno. Per il resto bisognerà attendere conferme, forse un decalogo con informazioni scritte. Sarà una situazione nuova per tutti. Ci metterà di fronte a una maggiore distanza e a un contatto minore con i ragazzi, sia in campo che nella gestione. Non sarà possibile dividerli in gruppi, né creare piccoli assembramenti. Bisognerà agire nel rispetto delle regole“.

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