Iga Swiatek è stata ospite del podcast Tennis Insider Club, fondato dalla tennista francese Caroline Garcia, parlando dei successi, delle sfide nel circuito ma soprattutto del caso doping. Lo scorso anno, in occasione del torneo di Cincinnati, l’ex numero uno al mondo è infatti risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza vietata. Fortunatamente ha potuto ben presto provare la sua innocenza, risalendo alla fonte, vale a dire un farmaco (la melatonina, presa per combattere il jet lag) contaminato. Tale vicenda ha però lasciato degli strascichi non indifferenti con i quali la polacca ancora sta facendo i conti.
Le parole di Swiatek
“È stato terribile. Amo il tennis, ma onestamente non così tanto da sentirmi male. Se dovesse succedermi una seconda volta non so se sarei in grado di attraversare nuovamente questa situazione: è stato terribile. Non sono potuta scendere in campo per due settimane perché sentivo che era colpa del tennis se mi trovavo in questa situazione. La vicenda non ha avuto un impatto sul mio lato da atleta, bensì più a fondo, sul mio lato personale. Temevo che tutti mi avrebbero voltato le spalle”.
Il racconto della polacca
“Inizialmente non avevo idea di cosa fosse accaduto, non sapevo quale fosse la fonte. Abbiamo dovuto inviare integratori ai laboratori e attendere i risultati. È stato un immenso caos, non sapevo quanto avrei dovuto aspettare, se mesi o anni. È stata davvero dura. Non voglio assolutamente rivivere tutto questo. Personalmente so di non aver fatto nulla di sbagliato, perciò sono in pace come stessa. Per le altre persone però non è così, specialmente quelle coinvolte nel processo. Vogliono scoprire cosa sia accaduto e, anche quando dici la verità, ti senti come se ti trattassero da bugiarda”.
Le rassicurazioni del team
“Ciò che il mio team mi ha detto fin da subito è ‘non aspettarti niente e non pensare a quale sarà l’esito perché non hai alcun controllo su questo’. Per me è stato difficile accettare tutto ciò. L’unica cosa che abbiamo cercato di fare è stato cercare di trovare la fonte e fortunatamente l’abbiamo trovata, anche se non era scontato. Una volta avuto, l’abbiamo esaminata passo dopo passo, arrivando a dimostrare la mia innocenza. All’inizio è stato spaventoso, ma fortunatamente è stata presa una decisione razionale”.
Le paure di Iga
“Negli ultimi anni ho lavorato duramente e fatto enormi sacrifici per arrivare dove sono. Nella mia testa mi chiedevo cosa sarebbe successo si mi avessero portato via tutto questo o se le persone mi avrebbero guardata diversamente. In quel momento ero in Polonia e molte persone mi chiedevano foto o autografi. Io non facevo altro che domandarmi ‘tra un mese sarà ancora così?”