Il Tribunale di Arbitrato dello Sport ha comunicato le motivazioni che hanno portato a una squalifica di 9 mesi per Simona Halep, tennista rumena ex numero uno al mondo. Alla base di questo stop c’è l'”incauto utilizzo di un integratore contaminato” e ciò che emerge dalla sentenza è una perplessità in merito alla decisione di seguire il consiglio della fisioterapista personale “che non è un medico o un clinico” si legge. I giudici insistono proprio su questo passaggio, interrogandosi sul perché “in un ambiente di così elevata professionalità, questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore“.
Senza troppi giri di parole, dunque, Halep viene rimproverata per “non aver capito i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista“, peraltro in “un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo“. Nella sentenza poi si legge ancora: “Questo non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche“.