Il tennis, è innegabile, da 10-15 anni a questa parte, è cambiato, evolvendosi soprattutto agonisticamente. A causa di racchette sempre più efficienti e metodi di allenamento differenti, il tennis ha subito una netta separazione da come lo si interpretava e apprezzava prima a come lo si fa adesso. Le nuove generazioni di tennisti puntano molto più sulla potenza dei colpi che sulla manualità, e di conseguenza vi sono meno giocate estrose e improvvisate e ne risente l’eleganza dei colpi stessi, sacrificata per cercare pragmatismo.
Un gesto tecnico il quale utilizzo è sensibilmente diminuito fra i giovani tennisti è il rovescio a una mano, con la predominanza del rovescio bimane, soprattutto fra le donne, ma anche fra gli uomini. Ultimamente, però, sono emersi nuovi talenti che hanno riportato alla ribalta il rovescio ad una mano, utilizzandolo come fulcro del loro gioco pieno di varianti offensive. Uno fra questi è di certo Dominic Thiem (classe ’93), tennista completo e dai grandi margini di miglioramento, numero 5 ATP; il rovescio dell’austriaco è croce e delizia del suo gioco, in giornata positiva è dinamite pura, mentre in giornata no è davvero un punto di debolezza (soprattutto forzato da palle con molto spin). Questa caratteristica di Thiem ricorda la parabola progressiva del rovescio di Roger Federer, sconfitto dallo stesso Thiem il 17 marzo scorso (che sia un passaggio di consegne?). Altro grande interprete del rovescio ad una mano è certo Denis Shapovalov (classe ’99), canadese numero 20 ATP dal talento cristallino, che domina lo scambio con un rovescio mancino elegantissimo, dall’ampio movimento di preparazione che ricorda quello di Stan Wawrinka. Fra i giovani spicca Stefanos Tsitsipas (classe ’98) che ha appena acquisito la posizione numero 8 ATP, e offre nel suo repertorio un rovescio ad una mano leggiadro, capace di variare in slices pungenti e di compiere vincenti da ogni posizione del campo; ricorda molto da vicino, stilisticamente, il rovescio di Cedric Pioline. Un ulteriore esempio, anche se più in giù in classifica dei precedenti colleghi, è Christopher Eubanks (classe ’96). Lo statunitense numero 150 ATP propone un rovescio molto potente, giocato spesso lungolinea, simile come realizzazione del colpo al suo connazionale James Blake.
Il rovescio ad una mano è l’essenza stilistica del tennis stesso, che permette a questo sport di contenere al proprio interno una guaina di sregolatezza e magia che difficilmente ha eguali. Grazie alla nuova generazione tennistica, questo colpo avrà ancora molto da raccontare.