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“Match of the day” è la rubrica che si occupa della partita più intrigante andata in scena quotidianamente al Roland Garros. L’incontro di giornata ha come teatro il Philippe Chatrier, dove Marcos Baghdatis torna teenager per due set, prima di cedere fisicamente alla maggior freschezza atletica di Jo Wilfried Tsonga. Per due ore di gioco, il cipriota ha mostrato il talentuoso bagaglio tecnico che nel 2006 lo portò in finale a Melbourne e in semifinale a Wimbledon, oltre che all’ottavo posto in classifica mondiale. Tsonga è caduto dalla testa ai piedi nella ragnatela tessuta dal diabolico avversario. Dozzine di dropshot millimetrici hanno mandato Jo al manicomio, costringendolo a improvvisi quanto inutili scatti verso la rete, spesso conclusi al beffardo secondo rimbalzo della pallina.
L’estemporaneità delle soluzioni di Baghdatis ha totalmente destabilizzato Tsonga, che ha perso sicurezza anche nei colpi da fondo, specie in servizio e dritto, il binomio con cui ha sgretolato le difese avversarie per un’intera carriera. Quando il cipriota si è portato avanti due set a zero, l’aria parigina ha cominciato a farsi pesante. Ma Baghdatis ha smarrito da tempo la brillantezza fisica che ha caratterizzato i suoi primi anni nel circuito. Tsonga lo conosce bene (i due sono coetanei) e, trascinato dal pubblico, ha dimezzato le distanze, portandosi sotto due set a uno. Nel corso del quarto set il cipriota ha mostrato gesti di insofferenza per il tifo dello Chatrier, esclusivamente indirizzato al giocatore di casa, semifinalista al Roland Garros nel 2013 e 2015. Eppure Marcos dovrebbe sapere che i francesi difficilmente abbandonano il profondo senso patriottico in favore di perfetti estranei alla Marsigliese, a meno che non siano registrati all’anagrafe con nomi quali Roger o Rafael. Forse ignora la storia millenaria del proprio Paese, convinto che tra decenni di dominazione britannica e di scontri tra turchi e greci, vi sia stato spazio anche per qualche colonizzatore francese. Ma il suono gutturale e poco chic del suo nome non lascia spazio a dubbi: Cipro e la Francia hanno poco in comune. Tsonga disfa progressivamente la ragnatela cipriota, e se il quarto set già sembrava una dichiarazione di resa, nel quinto Baghdatis cade nella stessa rete che aveva abilmente intessuto, e non solo metaforicamente.
La partita si conclude con un netto 6-2 per il nativo di Le Mans al quinto set. Un sospiro di sollievo per la Nazione transalpina, che da più di 30 anni sogna un successore di Yannick Noah, ultimo vincitore “di casa” nel 1983. Baghdatis torna a casa sconfitto, e deluso per il mancato sostegno del pubblico dello Chatrier, a suo parere incomprensibile. Poco male, avrà più tempo, in attesa di Wimbledon, per ripassare la recente storia del suo Paese.