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Tennis, Rios furioso con l’Atp: “Inchiodarono Agassi quattro volte per doping, ma lo coprirono sempre”

Marcelo Rios

Marcelo Rios, ex numero uno al mondo, è tornato a parlare ai microfoni di “La Tercera” in virtù del caso Nicolas Jarry, risultato positivo ad un test antidoping effettuato dall’Atp. E’ stato proprio il doping il punto cardine dell’intervista, che però ha spaziato su vari temi. “Ho apprezzato molto che il padre di Nico (Jarry, ndr) mi abbia chiamato per spiegarmi cosa fosse successo. Ho parlato anche con Nicolas – esordisce Rios – e mi ha raccontato la sua versione. Sapevo che, dopo la Coppa Davis, avevano fatto l’esame antidoping a lui e a Garin. Io non metto la mano sul fuoco per nessuno, ma mi viene difficile pensare che Nico possa aver fatto una cosa del genere. E’ una persona molto metodica, ordinata e professionale: perché rovinarsi così la carriera? A mio avviso una squalifica è praticamente certa, ma mi auguro che si tratti di un paio di mesi. Il consiglio che gli ho dato è “continua ad essere Nico Jarry indipendentemente da quanto tempo sarai sospeso. Io continuerò a volerti bene come amico, come giocatore e, anche se non giocherai più, continuerai ad essere mio amico””.

L’ex tennista ha poi evidenziato le differenze con la sua epoca nei controlli: “A me avranno controllato tre volte in tutta la carriera. Nella mia vita non ho mai fatto uso di sostanze stupefacenti o droghe forti, al massimo di alcool. Credo che l’Atp si comporti in maniera sbagliata. Ti passano un foglio dove non si capisce niente, una lista con sostanze che tu non hai mai visto nella tua vita. Una cosa è la vita personale, un’altra è il voler avvantaggiarsi, come successe ad esempio con Korda. Proprio in un Grand Slam che avrei potuto vincere io. Purtroppo il tennis non è come l’atletica, dove si assegna il titolo al secondo classificato. Korda vinse sette match, arrivando in finale come un treno”.

A proposito dell’Atp, Rios non si è risparmiato e, come suo solito, ha detto ciò che pensa senza peli sulla lingua: “L’Atp è la più grande mer** che esista. Beccarono Agassi ben quattro volte, ma insabbiarono tutto altrimenti il tennis avrebbe fatto una brutta fine. Ricordo anche che ai miei tempi il Master di fine anno si giocava sempre sul cemento e su campi rapidi in modo da far vincere Sampras. Con Bruguera parlavamo dell’ipotesi di giocare il Master su una superficie diversa ogni anno. Io non sono alto 1,90, ho bisogno di giocare cinque set e di remare da fondo campo. Non capisco neanche perché ci siano due servizi nel tennis. E’ un vantaggio eccessivo per coloro che sono alti due metri. Karlovic non si ritirerà mai”.

Infine, il cileno ha parlato degli elogi di Roger Federer nei suoi confronti e dell’ottimo lavoro del suo connazionale Massù con Thiem: “Roger è un giocatore tennisticamente perfetto. Solo per il fatto che abbia ancora la motivazione di continuare a vincere a quest’età tanto di cappello. Il fatto che Federer abbia detto che io sono uno dei migliori per me è più importante di stare nella Hall of Fame. Nicolas ha avuto la fortuna di allenare un fenomeno. A Massù piace viaggiare e allenare anche per dieci ore. Inoltre è single perciò non deve rendere conto a nessuno. Credo che, se continuerà così, potrà portare Thiem al numero uno del mondo e a vincere uno slam”.

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