Come era prevedibile, Raymond Moore, il direttore del torneo californiano di Indian Wells, ha dovuto rassegnare le sue dimissioni dopo le numerose polemiche scatenate a causa delle infelici frasi sessiste pronunciate nella conferenza stampa di fine torneo. Le dimissioni sono state annunciate direttamente da Larry Ellison, proprietario del torneo.
“In una prossima vita vorrei essere qualcuno della WTA, perché loro non decidono niente e sono estremamente fortunati“, aveva dichiarato l’ex professionista sudafricano. “Fossi una tennista, mi inginocchierei ogni sera ringraziando Dio di aver creato Federer e Nadal, che hanno dato fama e trascinato al successo anche il tennis femminile. E per fortuna Djokovic e Murray stanno prendendo da loro il testimone. Eppure, nonostante tutto, paghiamo montepremi uguali“, ha poi concluso.
Moore aveva successivamente tentato dimettere una pezza a quanto dichiarato: “Ho fatto commenti di cattivo gusto e sono dispiaciuto“. Ciò non è bastato ed Ellison è ben contento di annunciare le dimissioni di Moore. “Grazie alla leadership di Billie Jean King, Martina Navratilova, le sorelle Williams e tante altre grandi sono stati raggiunti grandi risultati“, ha dichiarato il proprietario del torneo. “Sono orgoglioso che il nostro torneo preveda l’uguaglianza di montepremi e continueremo con questa tradizione ormai decennale“.
Immediate anche le reazioni di Serena e della Navratilova. La numero 1 del mondo ha dichiarato di essere molto sorpresa di leggere nel 2016 certe dichiarazioni, dopo tutto quello che è stato fatto. “Peraltro, la finale dello Us Open è andata sold out ben prima di quella maschile, e prima di fare certe dichiarazioni bisognerebbe informarsi correttamente“, ha poi aggiunto. Anche la Navratilova non ha buttato acqua sul fuoco, perfino suggerendo di boicottare il Premier Mandatory californiano nella prossima stagione.
Dal mondo ATP, Chris Kermode, presidente ATP, ha censurato le frasi di Moore ed ha ricordato che l’associazione del tennis maschile supporta pienamente l’uguaglianza. Unica voce contraria è Novak Djokovic, secondo il quale gli uomini attirano più pubblico e sponsor e di conseguenza andrebbero più pagati.