“La domanda da porsi è se un giocatore può permettersi di pagare una somma significativa per uno studio legale che rappresenterebbe in modo più efficiente il suo caso”. Lo aveva detto Novak Djokovic lo scorso agosto, commentando l’assoluzione di Jannik Sinner sul caso clostebol. La domanda il serbo se l’è posta e se l’è posta anche la Professional Tennis Players Association (PTPA), l’associazione da lui fondata nel 2019 con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi di tennisti e tenniste. La PTPA ritiene che i quattro tornei del Grande Slam, l’ATP e il WTA dovrebbero dare vita ad un fondo di assistenza per garantire a tutti l’accesso ad avvocati terzi, in modo che le risorse finanziarie non costituiscano un ostacolo ad una difesa rapida e autorevole. Ahmad Nassar, direttore esecutivo della PTPA, ha dichiarato infatti alla BBC Sport che in un “mondo ideale ogni giocatore avrebbe a disposizione risorse, indipendentemente dal fatto che se le possa permettere o meno”. “I quattro tornei del Grande Slam e i due tour: perché non finanziano un fondo di difesa legale riservato ai giocatori? Forniscono premi in denaro, benefit e pensioni. Perché non dovrebbero fornire l’accesso ad avvocati terzi che non sono nello staff?”, si chiede.