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“C’è anche la possibilità che io non possa riprendermi e non giocare più. Spero che non sia così, ma bisogna essere realistici”. Altra intervista per Rafael Nadal, questa volta al quotidiano As, ma parole che suonano più o meno uguali a quelle rilasciate il giorno prima a Movistar+. Il 2024 dovrebbe essere l’ultimo anno sul circuito e non è detto che ci tornerà su quei campi in giro per il mondo. “Per ora – dice – sembra che sia andato tutto bene, ma è stata un’operazione importante e la verità è che bisogna avere ancora un po’ di pazienza. Cammino con i piedi di piombo, cercando molto lentamente di assimilare le cose che facciamo giorno per giorno. Penso che sarà il mio ultimo anno. Sono abbastanza convinto”.
Nadal, però, non vuole mettere un punto sulla questione e lascia aperto qualche spiraglio: “Allo stesso siamo ancora a fine settembre, non lo so. Se all’improvviso le cose dovessero funzionare molto bene e sentirmi al meglio fisicamente allora cosa faccio? Vedremo, ma lo dico, penso che sarà il mio ultimo anno. Se dovessi scommettere, direi che è il mio ultimo anno”. “In questo momento nella mia testa c’è solo l’intenzione di mettermi in una situazione in cui posso allenarmi e raggiungere un livello competitivo per poter giocare sul circuito. Questo è il mio sogno attuale, andare su un campo da tennis e partecipare ai pochi tornei a cui ho voglia di dire addio”.
Infine, torna su Djokovic: “Credo che i numeri e le statistiche siano chiare, e in questo senso penso che abbia numeri migliori dei miei e questo è indiscutibile. Il resto sono gusti, ispirazioni, sensazioni che l’uno o l’altro può trasmetterti, che può piacerti di più l’uno o l’altro. Penso che per quanto riguarda i titoli, Djokovic sia il migliore della storia e su questo non c’è nulla da discutere. Mi congratulo con lui per tutto quello che sta ottenendo e questo non mi causa alcun tipo di frustrazione. L’ho detto quando ero quello che vinceva più Slam, l’ho detto quando eravamo in parità e lo dico ora che sono indietro. Non sarò quello che cerca, attraverso una lotta personale, di voler essere ciò che non sono. Ciò che è, è e ciò che non è, non lo è. Lo dico molto soddisfatto di tutto quello che ho fatto”.
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