“Ultimo Wimbledon? Spero di no, ma non si può mai sapere. Noi atleti dobbiamo cercare di sfruttare al meglio le occasioni finché siamo ancora in grado di averle”. Andy Murray, in un’intervista a Sky Sports Uk, parla così a una settimana dall’inizio del terzo slam stagionale. “Se dovessi avere un altro infortunio o dovesse accadere qualcosa alla mia anca di metallo, sarebbe la fine. Non proverei a tornare da un’altra operazione”, ha ribadito il tennista scozzese.
“Voglio continuare a giocare un altro po’. So che non sarà per sempre, ma ho un’idea su quando mi piacerebbe terminare e non è quest’anno a Wimbledon. Non so esattamente in quale torneo o campo, ma voglio chiudere giocando. Posso ancora giocare ad un alto livello, credo di poterlo fare ancora per un paio di anni”, ha aggiunto l’oro olimpico di Londra 2012.
“La mia famiglia è stata incredibilmente solidale – confessa Murray -. Mia moglie è stata fantastica, spingendomi ad andare avanti, continuare a lavorare sodo. Penso che sia per le giuste ragioni e non solo perché mi vuole fuori di casa!”
Infine, un giudizio sulle tante difficoltà a livello mentale che tanti giocatori e giocatrici stanno incontrando in tempi recenti: “Gli sport individuali sono difficili, ti esponi ogni singola settimana. A volte, quando sei sul tour, può essere un posto solitario. Sei seduto da solo in una stanza d’albergo dopo una sconfitta, lontano da amici e famiglia. Possono essere momenti difficili, non mi sorprende che gli atleti abbiano problemi di salute mentale. In più ci sono i social media, che 15 o 20 anni fa non erano un problema. Torni nella tua stanza e guardi Twitter o Instagram e stai ricevendo tonnellate di abusi quando già non ti trovi in una condione ottimale”.