Il mondo del tennis s’interroga: Novak Djokovic scavalcherà Andy Murray in classifica? Roger Federer tornerà a contendere i tornei importanti? Mentre i tifosi si dividono, Milos Raonic si piazza in terza posizione. Il 2016 è stata proprio una bella stagione per il nativo di Podgorica. Subito il titolo sul cemento di Brisbane, dove a suon di saette ha battuto Federer in due set. Poi, niente più trionfi. Solo una successione di semifinali scioccanti e la finale a Wimbledon, che gli hanno rivelato la bestia nera Murray.
Agli Australian Open, sconfitta per 6-2 al quinto contro lo scozzese. Una resa dignitosa e con qualche acciacco atletico. Nel primo Masters 1000 dell’anno a Indian Wells, è Djoko a sottrargli in scioltezza il titolo. Sul rosso di Montecarlo e Madrid, si è invece fermato ai quarti, sempre contro gli attuali primi due della classe. Quando il circuito si è spostato sui verdi prati, Raonic è tornato a perdere finali. Città prescelta dalla storia Londra, che ha ospitato l’Aegon Championship e l’affascinante Wimbledon.
Proprio nel torneo più importante, con la triade McEnroe-Piatti-Moya ad allenare, Milos ha giocato una delle partite più deliziose della carriera. Arrivato in semifinale battendo Goffin e il carnefice di Nole Querrey, si è trovato dall’altra parte della rete il sette volte campione Federer. Un incontro in cui mezzo mondo patteggiava per l’elvetico. Sotto di due set a uno, sembrava fatta per lo svizzero. Poi, lo sfavorito canadese ha servito quasi come Ivanisevic (23 aces e 83% di punti vinti con la prima), retto lo scambio da fondo e vinto al quinto. Anche se in finale, Andy Murray lo costringerà a fare la figura del pivello, gli inglesi non risparmieranno applausi.
Da questo momento, la maledizione Murray si abbatte sul popolo tennistico del Canada e non solo. Lo scozzese divora centimetri di campo e ranking, recupera tutto quello che sembra impossibile e punisce con i colpi di rimbalzo, sia di dritto che di rovescio. Arriva il momento dell’Atp World Tour Finals, la competizione in cui i migliori otto tennisti dell’anno si sfidano sui campi indoor londinesi. Raonic è nel round robin con Djokovic, Monfils e il talentino Thiem. Vince due partite su tre e guadagna la semifinale, ancora contro il suo spauracchio.
Secondo la stampa, quella sarà una delle dieci partite più coinvolgenti del 2016. Il canadese si muove bene in campo e vince il primo set 7-5. Murray vuole conservare la vetta appena conquistata e nel secondo set cerca di spostare l’avversario da destra a sinistra. Si aggiudica il set al tie-break. Nel terzo, l’epica si confonde con l’agonismo. Lo spettacolo, vista la stanchezza, diminuisce. La partita è una corsa alla giocata più lucida. Altro tie-break. Raonic annulla un matchpoint sul 6-5 con un diritto che bacia la linea e si ripete altre tre volte. Vorrebbe davvero prendersi la gara. Fra un sussulto e un’imprecazione, ottiene la palla per la finale. La prima di servizio di Murray non entra. La seconda è quasi un doppio fallo. Alla fine, sarà 11-9 per il numero a uno al mondo. Raonic è lo sconfitto, il tennista che stava per rovinare il duello più sentito fra Murray e Djokovic. Ma resta comunque una stagione positiva per lui. Nonostante i 196 centimetri di altezza ha acquisito una certa scioltezza nei movimenti laterali. Ha un servizio pesante e incisivo oltre che un diritto profondo e potente. Con Federer e Nadal in calo, Wawrinka che gioca bene per tre mesi e le nuove generazioni che tardano a spodestare i vecchi, il tennis operaio gongola.
Raonic ha recentemente scelto Krajicek, trionfatore a Wimbledon nel 1996, come nuovo coach. Dovrà difendere molti punti nell’anno che verrà.