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In pochi avrebbero pensato a qualcosa del genere solamente cinque mesi fa, quando Novak Djokovic sollevava al cielo di Parigi il primo Roland Garros della sua carriera, dopo avere letteralmente dominato i suoi avversari per tutta la prima metà di stagione: con la sconfitta patita ai quarti di finale di Parigi Bercy, per mano del croato Marin Cilic, il serbo rischia seriamente di cedere lo scettro di numero 1 del mondo al rivale scozzese Andy Murray. Quest’ultimo, vittorioso oggi su Tomas Berdych, se dovesse battere in semifinale il vincente della sfida tra Milos Raonic e Jo-Wilfried Tsonga, sarebbe infatti da lunedì il nuovo leader delle classifiche mondiali.
Proprio Cilic, che non era mai riuscito a battere Djokovic nei quattordici precedenti confronti diretti, si è imposto in due set con lo score finale di 6-4 7-6(2), dopo essere stato sotto di un break nel secondo parziale.
Sarebbe la fine di un dominio durato ben 119 settimane consecutive per il campione di Belgrado, più di due anni in cui Nole ha infranto un record dopo l’altro, collezionando ben ventuno dei suoi sessantasei titoli totali: quasi un terzo, dunque, di ciò che ha vinto in oltre tredici anni di carriera.