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Continua a preoccupare la Wta la situazione legata alla tennista cinese Shuai Peng, scomparsa lo scorso novembre dopo l’accusa sui social ad un ex vicepresidente del partito comunista cinese. La giocatrice infatti accusò Zhang Gaoli di averla costretta ad un rapporto sessuale indiretto. Dopo questo episodio però, per la forte pressione pubblica, fu concesso alla tennista di parlare con il presidente del CIO, Bach, e di realizzare un’intervista sull’Equipè, quantomeno per rassicurare sulla sua condizione fisica.
Nonostante ciò però la Wta non è ancora riuscita a contattare direttamente la tennista cinese, come sottolinea il portavoce della associazione tennistica delle donne: “E’ stato bello vederla in pubblico durante l’Olimpiade ma questo non ha diminuito la nostra inquietudine dopo il messaggio dello scorso 2 novembre. Peng è stata coraggiosa nell’indicare pubblicamente di essere stata sessualmente aggredita da un politico al vertice del governo cinese”. Per questa ragione la situazione preoccupa ancora la Wta, che ha deciso ancora di cancellare i tornei in Asia e ha richiesto l’apertura di un’indagine: “Come per tutte le giocatrici in casi simili, abbiamo richiesto un’indagine e la possibilità di incontrare Peng privatamente. E restiamo fermi sulle nostre posizioni. Continuiamo a lavorare perché si possa tornare a giocare in Cina nel 2023 ma non rinunciamo ai nostri principi per questo”.
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