Jack Draper è uno dei giovani tennisti in rampa di lancio, dopo un 2024 che lo ha visto ottenere risultati molto importanti. In un’intervista rilasciata al Telegraph emerge un Draper molto modesto nella vita di tutti i giorni. Numero 15 nella classifica Atp, oltre 4,5 milioni di euro guadagnati di soli premi, a cui vanno aggiunti i ricavi da sponsor, eppure il classe 2001 stupisce tutti spiegando: “Guido ancora una Polo di seconda mano, non sono un materialista”. Un passaggio che racconta tutta la genuinità di un ragazzo che ha nel nonno il suo eroe: “È sempre stato vicino a mia nonna, in tutte le sue fasi dell’Alzheimer. Per me è un eroe”.
Un altro passaggio importante è quello che ha riguardato come Draper vive lo sport, che diventa quasi una dipendenza: “Quando ero un po’ più giovane, mi piaceva solo allenarmi un po’ e poi tornare a mangiare patatine tutto il giorno e guardare la tv. Ma ora che sento di avere obiettivi importanti, voglio essere impegnato tutto il tempo. Quando ho giorni liberi, quando ho momenti in cui sono infortunato o non posso giocare, o non posso andare in palestra, per me è faticoso. Ora ho iniziato a capire perché Andy Murray ha fatto fatica a lasciare lo sport. Inseguiamo qualcosa tutto il tempo, siamo impegnati a vincere, giocare, viaggiare con la scarica di dopamina. Non è la vita reale quella. Quindi quando torni a non avere molte pressioni, non sai che fare durante la giornata. È ovviamente uno shock”.
Il 2024 di Jack Draper
Come detto, il 2024 è stato finora l’anno più importante di Draper. Una scalata continua dai due secondi turni a Madrid e Roma, poi il primo titolo Atp sull’erba di Stoccarda battendo in finale Berrettini. Agli US Open raggiunge per la prima volta i quarti di finale in un Grande Slam, spingendosi fino alla finale dove viene sconfitto da Sinner. A Vienna arriva il secondo trofeo stagionale, il primo in un 500, e il best ranking. Ora, l’avvicinamento alla nuova stagione è stato rallentato dall’infortunio all’anca che gli ha impedito, pochi giorni fa, di allenarsi con Carlos Alcaraz.