Il pagellone del 2024 per quanto riguarda il tennis italiano, che ha vissuto una stagione sensazionale a livello Atp e Wta. Protagonista praticamente tutte le settimane, è stato ovviamente trascinato da Jannik Sinner e Jasmine Paolini ma non solo. Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini hanno infatti dato il loro prezioso contributo, così come Matteo Arnaldi. Hanno poi sorpreso tutti Flavio Cobolli e Luciano Darderi, mentre Luca Nardi e Mattia Bellucci hanno fatto il loro debutto in top 100. Al femminile Cocciaretto e Bronzetti hanno consolidato il proprio piazzamento tra le prime 100, mentre Sara Errani ha scritto la storia alle Olimpiadi di Parigi 2024. Di seguito i voti a tutti i protagonisti.
Jannik Sinner, voto 10
Sul 2024 di Sinner è davvero difficile dire qualcosa che non sia già stato detto a più riprese. I due Slam conquistati, ai quali si aggiungono le Atp Finals, tre Masters 1000, la Coppa Davis, la prima posizione del ranking Atp e altre centinaia di record stabiliti lo rendono l’anno migliore di sempre per il tennis italiano. E’ davvero difficile trovare anche qualche difetto perché Sinner ha fatto praticamente tutto in maniera perfetta. A inizio anno si è sbloccato a livello Slam, dando continuità all’ottimo finale di 2023 e sconfiggendo Djokovic in Australia (impresa sottovalutata). Poi è diventato numero uno al mondo e a Flushing Meadows ha concesso il bis, eguagliando i Major conquistati in stagione dal suo rivale Carlos Alcaraz ma dimostrando una continuità decisamente superiore. Sul finale di stagione invece c’è poco da dire, ma c’è anche poco da sorprendersi perché sul veloce indoor Sinner non ha rivali. Volendo trovare il pelo nell’uovo, allora si può parlare dello 0-3 nei confronti con Carlos Alcaraz. Qualcuno però doveva pur infliggere quelle misere 6 sconfitte a Jannik e uno dei pochi in grado di farlo (sulle altre tre c’è un asterisco, per motivi diversi) è proprio lo spagnolo. Ripetersi nel 2025 non sarà facile? Chissenefrega. Questa stagione di Sinner resterà nella storia del tennis (italiano e non solo) a prescindere da come evolverà la sua carriera e sarà a lungo considerata come una delle più dominanti del secolo.
Jasmine Paolini, voto 10
Come si può dare lo stesso voto di Sinner a una tennista che non ha vinto neppure uno Slam, vanta un best ranking di numero 4 e non ha neanche lontanamente dominato come Jannik? Semplice. Paolini aveva iniziato l’anno da numero 30 del mondo, con un solo titolo Wta in bacheca (il 250 di Portorose) e con il secondo turno come miglior risultato in un Major. Dodici mesi dopo, la giocatrice toscana ha due finali Slam disputate, ha vinto il Wta 1000 di Dubai, ha fatto il suo debutto in top 10 (best ranking di numero 4) e ha trascinato l’Italia alla vittoria in Billie Jean King Cup. Tutto questo senza considerare il doppio, dove invece in coppia con Sara Errani ha vinto il titolo a Roma, ha raggiunto la finale del Roland Garros, si è qualificata per le Wta Finals ma soprattutto ha regalato una storica medaglia d’oro all’Italia, trionfando in doppio alle Olimpiadi di Parigi 2024. Immaginarsi risultati del genere era utopia, invece Paolini ha addirittura finito per abituarci, il tutto con il suo solito splendido sorriso che la contraddistingue. Cosa chiedere di più alla numero uno d’Italia?
Lorenzo Musetti, voto 8,5
Sulla stagione del carrarino si possono dire tante cose, commentare gli alti e bassi, ma alla fine quello che conta sono i fatti. E i fatti dicono che ha chiuso la stagione al numero 17 (a un passo dal suo best ranking), ha regalato all’Italia una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 ed ha raggiunto una prestigiosa semifinale di Wimbledon. Il limite, purtroppo, è che questi risultati sono stati concentrati tutti nell’arco di pochi mesi. A inizio e fine stagione infatti non ha brillato particolarmente, ma tra giugno e luglio è stato semplicemente strepitoso. Resta l’amaro in bocca per lo 0-5 nelle finali (3 a livello Atp e 2 a livello Challenger) e per la consapevolezza che sarebbe bastato un pizzico di continuità in più per fare meglio. I picchi sono stati però davvero significativi e i presupposti per fare bene nel 2025 ci sono tutti.
Flavio Cobolli, voto 9
Escludendo Sinner – che è di un’altra categoria – il romano è decisamente il giocatore italiano più migliorato nel 2024. Numero 100 a inizio stagione in Australia, è riuscito a debuttare in top 30 e a chiudere l’anno al numero 32. Nel mezzo sono arrivati tanti risultati di livello, dalla finale nell’Atp 500 di Washington al terzo turno a Melbourne e Parigi. E anche le sconfitte hanno avuto un significato molto importante per Flavio: ha infatti sfidato Nadal (peraltro a Barcellona, sul campo… Nadal) e Djokovic, ha battagliato a Parigi con Rune fino al tie-break del quinto set ed ha esordito anche in Coppa Davis con la maglia dell’Italia. I progressi sono sotto gli occhi di tutti anche sul piano del gioco oppure su una superficie come l’erba sulla quale praticamente non aveva mai giocato prima di quest’anno.
Matteo Berrettini, voto 8
Tre titoli Atp, il ritorno tra i primi 40 del ranking, un ruolo da protagonista nella Coppa Davis vinta e il premio di ‘Comeback player of the year’. Questi sono i momenti salienti del 2024 di Berrettini, che può essere decisamente soddisfatto, specialmente considerando dalla stagione da cui era reduce. Sicuramente i trofei di Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel non sono ciò a cui ambisce Matteo, il quale vuole tornare a essere competitivo a livello Slam e sui palcoscenici più importanti. Questo però è un incoraggiante punto di partenza in vista del 2025, anno in cui il classe 1996 si candida a essere protagonista a livelli ancora superiori.
Matteo Arnaldi, voto 7
Se c’è un giocatore italiano dal quale ci si poteva aspettare qualcosa in più, quello è proprio il ligure. Non che il suo 2024 sia stato negativo, anzi confermarsi non era affatto facile e Matteo ce l’ha fatta. Diversamente da Berrettini, Arnaldi ha ottenuto i migliori risultati nei tornei più importanti mentre è stato meno competitivo negli eventi minori (non a caso è il tennista con la classifica più alta senza aver mai vinto un titolo Atp). Il suo picco è stata la semifinale nel Masters 1000 in Canada, ma meritano applausi anche il quarto turno al Roland Garros e a Miami. Chiudere l’anno al numero 37 non è roba per tutti, ma Arnaldi ha dimostrato di avere ancora margini di miglioramento importanti, specialmente a livello tattico. Il 2025 servirà a capire se potrà fare un altro salto di qualità oppure se questa è la sua dimensione.
Elisabetta Cocciaretto, voto 6,5
La stagione della marchigiana nel complesso è positiva; non potrebbe essere altrimenti considerando che l’ha chiusa al 52° posto del ranking. Allo stesso tempo, si può affermare che ci si aspettava di più, specialmente dopo lo straordinario quarto turno raggiunto al Roland Garros. Cocciaretto era subito riuscita a confermarsi poche settimane dopo, seppur sull’erba (di Birmingham), raggiungendo la semifinale, ma purtroppo non ha ottenuto altri risultati di spicco se non la vittoria nel Wta 125 di Charleston.
Luciano Darderi, voto 7,5
Alzi la mano chi si aspettava che Darderi raggiungesse il best ranking di numero 32 e vincesse il suo primo titolo Atp. Probabilmente in pochi, non tanto per le qualità di Luciano (mai messe in discussione) quanto per le tempistiche. Protagonista a livello Challenger, non era scontato che la transizione andasse così bene né che a Cordoba riuscisse nell’impresa di sollevare il trofeo partendo addirittura dalle qualificazioni (e perdendo un solo set). Sicuramente lontano dalla terra battuta ci sono grandi miglioramenti da fare per essere competitivo con i migliori, ma Darderi ha tutte le carte in regola per consolidarsi e soprattutto per poter ambire anche a titoli importanti sul rosso.
Lorenzo Sonego, voto 6
Non basta il titolo conquistato a Winston-Salem per salvare la stagione del piemontese, che oggettivamente ha deluso. Lui in primis è consapevole di poter puntare a un piazzamento ben diverso nel ranking nonché a risultati più prestigiosi nei tornei del circuito. C’è una statistica eloquente che fotografa la stagione di Sonego: soltanto nel main draw di due tornei Atp ha ottenuto più di una vittoria (a Umago, dove ha raggiunto i quarti, e a Winston-Salem, dove si è laureato campione). Chiudere la stagione al numero 53 del ranking non è poi così male, ma da Sonego ci si aspetta di meglio e l’auspicio è che nel 2025 riesca ad esprimere tutto il suo potenziale. Magari l’ingresso di Vincenzo Santopadre nel team potrà dargli quel quid in più necessario…
Lucia Bronzetti, voto 7+
Stagione altalenante per l’allieva di Francesco Piccari, che vanta due semifinali a livello Wta (a Monastir e Guangzhou) e un titolo nel Wta 125 di Contrexeville. Negativi invece i risultati in quasi tutti i tornei più importanti e, nel complesso, l’impressione è che rispetto al 2023 abbia fatto un passo indietro. Detto ciò, non si possono non menzionare le sue due vittorie nelle Finals di Coppa Davis a Malaga, decisive (specialmente quella in semifinale contro la polacca Linette) per la conquista del titolo. Purtroppo per lei non era un torneo che metteva in palio punti, ma si tratta comunque di successi che le hanno dato un bel boost di fiducia e che soprattutto hanno ribadito quanto sia affidabile.
Fabio Fognini, voto 6,5
Appena 12 vittorie stagionali a livello Atp non sono un granché per un giocatore del suo calibro. Se pensiamo però che ha 37 anni e che spesso è dovuto partire dalle qualificazioni allora non si può far altro che applaudire. Il sanremese ha raggiunto i quarti di finale a Marrakech e Gstaad, ha vinto un match a Roma e Parigi ma soprattutto ha raggiunto il terzo turno a Wimbledon (venendo persino eliminato tra i rimpianti da Bautista Agut). Nella sua vittoria contro un top 10 come Ruud c’è la vera essenza di Fognini, che è ancora disposto a battagliare e ha ancora tanto da dare al tennis. Lo ha ribadito a fine stagione, vincendo il Challenger di Montemar e garantendosi un posto nel main draw dell’Australian Open.
Luca Nardi, voto 6+
Strana è probabilmente l’aggettivo più appropriato per descrivere la stagione del pesarese, che ha alternato traguardi pazzeschi a sconfitte molto deludenti. Nardi è riuscito a fare il suo debutto tra i primi 100 del mondo (best ranking di numero 70), ma soprattutto ha sconfitto Novak Djokovic: lo ha fatto nel terzo turno di Indian Wells, torneo dove ha sfruttato al meglio il suo status di lucky loser. Si è trattato però dell’unico acuto a livello Atp tanto da far sorgere il dubbio che non sia ancora del tutto pronto. A livello Challenger invece ha impressionato: quattro finali raggiunte, di cui due vinte. L’ultima proprio a fine anno – tutto è bene quel che finisce bene – in quel di Rovereto, grazie alla quale si è regalato il pass per il tabellone principale di Melbourne.
Mattia Bellucci, voto 7
Purtroppo si è svegliato tardi, altrimenti Bellucci avrebbe chiuso comodamente la stagione in top 100. I primi cinque mesi dell’anno sono stati invece piuttosto anonimi, ma per fortuna la qualificazione al main draw del Roland Garros gli ha dato una scossa. Mattia ha infatti poi superato le qualificazioni anche a Wimbledon e allo US Open, dimostrando di avere assolutamente il tennis per poter competere su determinati palcoscenici. Sfortunatamente nel finale di stagione non ne aveva più ed ha fallito qualche appuntamento con delle comode vittorie, chiudendo il 2024 al numero 103 e rischiando di dover passare per il tabellone cadetto all’Australian Open. La strada intrapresa, però, è quella giusta, e l’impressione è che per il classe 2001 sia solo questione di tempo.
Sara Errani, voto 8
In singolare spicca la vittoria contro Wozniacki a Madrid dopo aver superato le qualificazioni e poco altro. Essere a ridosso della top 100 non è però scontato per una 37enne, neppure se si tratta di una giocatrice con il talento di Sarita. In doppio si è invece confermata una delle migliori giocatrici del mondo e la partnership con Jasmine Paolini si è rivelata fantastica. Al di là dei titoli a Roma e Pechino o la finale a Parigi, ciò che spicca è l’oro olimpico. Grazie alla medaglia conquistata a Parigi 2024, Errani è diventata appena la settima tennista della storia (!) a completare il Career Golden Slam in doppio. Non serve aggiungere altro; bisogna solo inchinarsi a questa straordinaria campionessa che ancora continua a deliziare gli appassionati di tennis di tutto il mondo con la sua intelligenza.
Bolelli/Vavassori, voto 8,5
Da una doppista a una coppia di doppio. I soli tre titoli conquistati (Buenos Aires, Halle e Pechino) non rendono giustizia alla loro straordinaria stagione, superiore a ogni più rosea aspettativa. Più che i trofei vinti sono le due finali Slam raggiunte (entrambe perse, a Melbourne e Parigi) e la qualificazione alle Atp Finals a fotografare il loro 2024, che li ha visti affermarsi come una delle migliori coppie del panorama mondiale. Resta la delusione delle Olimpiadi (sconfitta al primo turno), ma non è un caso che occupino rispettivamente la decima e undicesima posizione del ranking.