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Il tennis femminile italiano vive un momento di transizione. Da una costellazione ricca di stelle e trionfi straordinari, nell’arco di un periodo minore a un decennio, si è passati ad apprezzare i progressi di atlete con potenzialità significative, ma pronte al grande salto soltanto in parte. I risultati sul rosso, Roland Garros inclusi, hanno permesso una scalata straordinaria tra le gerarchie del tennis internazionale a Martina Trevisan; il Wta 1000 di Montreal ha conferito fiducia e prestigio a Camila Giorgi; un miglioramento evidente in quanto a concretezza e il Wta di Portoroz hanno esaltato le caratteristiche di Jasmine Paolini. Tutto vero, tutto fantastico, ma è bene, soprattutto nei momenti positivi, osservare accuratamente l’altra parte della medaglia. Cosa si può chiedere alle attuali grandi del nostro tennis? O meglio, cosa ci si può aspettare da loro nel 2023?
L’ATTESA
Ognuna delle atlete azzurre possiede peculiarità ben definite e poco spazio a differenti interpretazioni. Martina Trevisan (28 Wta) detiene un gioco ricco di accorgimenti tattici interessanti, funzionali sulla terra rossa, e non poco, ma ancora non abbastanza sul veloce; il tennis mancino della toscana, infatti, si sgretola spesso su superfici rapide e questo non giova al suo status nel circuito maggiore. La continuità sulla sua superficie preferita, il rosso, e più di una sorpresa tra cemento (possibile) ed erba (più complesso per le specificità del terreno di gioco) sono gli obiettivi da porre alla carriera già di per sé di tutto rispetto di Trevisan. L’ormai proverbiale sorriso della giocatrice italiana ha più volte soddisfatto i fotografi di Parigi, l’auspicio è che altri professionisti della fotografia possano immortalarla in posa di contentezza…partendo dagli australiani.
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IN CERCA DI CONFERME
Per Lucia Bronzetti (57 Wta) e Jasmine Paolini (63 Wta) vale un discorso simile, seppur non identico. La prima classe ’98, la seconda classe ’96, entrambe hanno ben figurato nel tennis delle grandi, grandissime, collezionando buoni risultati e ottime prestazioni; il tutto sostanzialmente adattandosi a ogni superficie. Bronzetti è ‘apparsa’ ed è esplosa più di recente, mentre Paolini è presente da più tempo e, tra gavetta e miglioramenti evidenti nel suo tennis offensivo, tramite il duro lavoro, si è fatta notare in modo significativo. Entrambe le tenniste in questione sfoderano spesso e volentieri, contro qualsivoglia avversaria, un tennis offensivo e coraggioso, con accelerazioni di livello, sebbene non disdegnino sfide dure, consapevoli dell’utilità di soffrire da fondo.
Paolini ha probabilmente più possibilità di exploit imminenti, grazie al suo servizio particolarmente efficace se in giornata e ai suoi colpi da fondo potenti e difficili da contenere; Paolini dovrà limitare i periodi “down” a favore di quelli “up”, trovando una costanza e una classifica adeguate al suo entusiasmo in campo. Bronzetti è una giocatrice ben “costruita”, ossia ordinata e coscienziosa in campo, capace di percepire le strategie giuste al momento giusto; il suo scopo, in vista 2023, è di inserire altri tasselli a un puzzle sempre più ricco di pezzi, magari spingendosi verso risultati insperati sino a poco tempo fa.
I TRE GIOIELLI
Impossibile, inoltre, non soffermarsi su tre gioielli del nostro tennis, relegati al momento fuori dalla top 60; giocatrici molto diverse tra loro, anche per il passato che le riguarda, ma ugualmente da tener d’occhio. Una tra loro è certamente Elisabetta Cocciaretto (66 Wta), stellina classe 2001, super talento del roster italiano; la nativa di Ancona presenta un tennis aggressivo, straripante, potente, in toto straordinario dalla parte del rovescio, sempre e comunque però accorto nel suo definirsi nel corso delle sue sfide. Cocciaretto ha conquistato il Wta 125 di Tampico nel recente ottobre e non ha intenzione di fermarsi, nella speranza di non dover nuovamente patire dei ritardi al suo percorso di sviluppo dovuti a problemi fisici. Cocciaretto è la possibile sorpresa del 2023 italiano e internazionale: qualità ancora soltanto intraviste, ma esponenzialmente esaltanti.
Da marchigiana a marchigiana, ecco Camila Giorgi (68 Wta); della regina del Canada si conosce quasi tutto, pregi e difetti tennistici, e sarebbe inutile pretendere cambiamenti: prendere o lasciare, com’è sempre stato per quanto la riguarda, con una fioca speranza di super risultati ancora perfettamente percettibile. L’ultimo dei gioielli corrisponde all’immarcescibile Sara Errani (107 Wta); la romagnola non è più brillante come un tempo, ma non vuole saperne di mollare ed è alla ricerca di un altro guizzo che possa farla brillare nuovamente a livello internazionale. Per Errani, certamente, l’obiettivo nel 2023 è tornare in top 100, non utopico.
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