Giga is back. Dopo tre mesi ai box, Matteo Gigante torna in campo. Il tennista romano rientra dopo aver superato un infortunio al gomito sinistro che gli ha impedito di competere per tutta l’estate. Vent’anni il prossimo gennaio, il mancino capitolino racconta difficoltà, pensieri e obiettivi di questo complicato periodo in esclusiva ai microfoni di Sportface.
“Partiamo dal presupposto che come mi sono fatto male non lo so neanche io – esordisce il giovane atleta –. Mi trovavo ad Antalya (Turchia, ndr) per disputare tornei ITF $15.000, e dopo aver perso in semifinale nel primo, ho superato il primo turno del secondo evento. La mattina successiva mi sveglio, chiamo il mio allenatore Alessandro Galli e gli dico: ‘Mi sono rotto il braccio’. Non riuscivo a stenderlo, ho preso Oki ed altri antinfiammatori e sono sceso in campo contro Giovanni Fonio per l’incontro di secondo turno. Soffrendo tantissimo vinco il primo set, ma il dolore è troppo forte e a inizio terzo parziale mi ritiro. Era il 3 giugno, da allora non ho più colpito una palla prima di oggi, lunedì 6 settembre”.
Lo stop non è stato una passeggiata: “In questi mesi non ho mai smesso di allenarmi fisicamente, sperando che il problema durasse poco. Sono rimasto sempre a Roma per cure e terapie, ma il primo mese è stato praticamente buttato perché tra risonanze, lastre ed ecografie nessuno si è accorto che avevo una lesione. I medici la definivano ‘piccola infiammazione’. Per fortuna sono andato a Sinalunga, dove gioco la Serie A, e un medico della Nazionale di rugby ha notato la lesione. Da quel momento sono andato a Sinalunga una volta a settimana per un mese, mentre tutti gli altri giorni ho fatto atletica a Roma con il mio preparatore. Diciamo che ho trovato anche il tempo per stare un po’ con i miei amici, ma restare a casa sapendo di non poter giocare è stato pesante”.
Che effetto ha fatto a Matteo Gigante vedere che nel frattempo alcuni suoi coetanei brillavano ed ottenevano grandi risultati a livello internazionale? “Onestamente non mi importava seguire i risultati degli altri, anche perché non lo faccio quasi mai. Non mi interessa. D’altro canto sono contento perché molti sono miei amici, soprattutto Flavio Cobolli. Certo, avrei voluto farli io grandi risultati, ma non ero nelle condizioni per ottenerli”.
“Ora la riabilitazione sarà lunga – conclude il numero 859 ATP –. In questa prima settimana giocherò un’ora al giorno, poi in base ai dolori aumenterò ore e intensità in campo. L’obiettivo è tornare al livello in cui mi stavo esprimendo prima di infortunarmi. La seconda settimana di ottobre inizia la Serie A: è tutto incerto, ma in quel periodo spero che la situazione sarà più chiara in modo da poter programmare l’attività di fine anno”.