Francesca Schiavone ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta Dello Sport il suo momento nel circuito WTA e la sua felicità dopo la vittoria al torneo International di Rio de Janeiro, che l’ha consacrata quarta giocatrice meno giovane della storia al femminile a vincere un torneo WTA, dopo Date-Krumm, Navratilova e King.
“Ero emozionata e la mia gioia era molto spontanea, ho voluto condividerla con il mio team e con chi mi vuole bene,” ha dichiarato la milanese. “Tornare a vincere un torneo dopo 3 anni significa aver riposto la giusta fiducia nel lavoro di questi mesi ed aver preso le giuste e difficili scelte“.
La stagione 2016 non era cominciata nel migliore dei modi per lei, che ha visto sfumare di un nulla il record di main draw consecutivi negli slam. “Allora il record mi sembrava prestigioso, ma ciò che conta è averci provato mettendocela tutta. Bisogna vivere giorno per giorno e pensare alla singola giornata, come ho fatto a Rio, dove ho affrontato anche match molto difficili“.
Ma la Schiavone è ripartita dal basso, rimettendosi in gioco nei tornei minori, lei che è stata campionessa al Roland Garros nel 2010. “Bisogna solo osservare il mondo da un’altra prospettiva, il tempo passa e bisogna tenerne conto. Ho intrapreso un percorso tecnico per ritornare competitiva sul campo, poi il contesto ha poca importanza“. Poi prosegue: “Mi è capitato di farmi domande, di chiedermi se era questa la vita che volevo continuare a fare. Io ed il mio team però ci abbiamo sempre creduto e loro mi hanno aiutata tanto“.
Infine, un pensiero anche alle colleghe Sara Errani e Roberta Vinci, che assieme alla Schiavone hanno portato all’Italia 3 titoli WTA (due Premier ed un International) nell’arco di 6 giorni. “Sono molto orgogliosa, quando dicono che dovrebbero clonarci vuol dire che qualcosa abbiamo lasciato. Non siamo irripetibili, ma certamente indistruttibili!“