Novak Djokovic è intervenuto dallo Sky Deck di Brisbane alla vigilia dell’inizio della nuova stagione tennistica. Il tennista serbo inaugurerà il suo 2025 giocando proprio l’Atp 250 di Brisbane, ma la curiosità è quasi tutta per la sua presenza nel torneo di doppio al fianco di Nick Kyrgios. Tra i temi affrontati da Nole, c’è anche il caso Clostebol che ha visto coinvolto Jannik Sinner – attaccato pubblicamente proprio da Kyrgios – e le sue parole hanno fatto storcere il naso a molteplici tifosi del numero 1 al mondo.
Il bilancio del 2024
“È stato un anno interessante. La mia priorità era vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi e ci sono riuscito. Nel complesso credo di aver avuto più alti e bassi rispetto alle stagioni precedenti. Obiettivi per il 2025? Ho intenzione di giocare un po’ più di tornei rispetto alla scorsa stagione e mi auguro che anche il livello salirà , insieme alla mia classifica, magari vincendo qualche torneo”.
Sul caso Sinner
Nole ha parlato in modo aperto e netto del caso che ha scosso l’opinione pubblica a partire da agosto. Il serbo conosce bene l’altoatesino e ritiene che l’azzurro non avrebbe mai potuto assumere delle sostanze proibite in modo consapevole, ma ha comunque insistito su alcune incongruenze, a suo dire, che sono state riscontrate nel modo in cui è stato trattato questo caso, a cominciare dalle tempistiche. Djokovic ha dunque dato ragione, in parte, al tennista australiano: “Non è piacevole essere presi di mira da Kyrgios, ma allo stesso tempo viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto – specialmente sui social -, di esprimersi. Nick è stato molto esplicito su alcune questioni, in particolare sul caso doping con Jannik coinvolto, e ha toccato alcuni punti giusti quando si tratta di trasparenza e incoerenza con i protocolli e con i confronti caso per caso.
Abbiamo avuto molti giocatori in passato, e anche attualmente, che sono sospesi senza nemmeno essere stati nemmeno sottoposti ai test antidoping, ma solo per averli saltati e per non aver comunicato dove si trovavano. Altri giocatori di livello inferiore sono invece ancora in attesa, da oltre un anno, che il loro caso venga risolto. Il punto è questo, non se Sinner abbia assunto la sostanza proibita intenzionalmente o meno”.
Sull’innocenza di Jannik
“Conosco Jannik da quando era molto giovane e non mi sembra uno che farebbe certe cose”, ha spiegato. Fatta questa premessa, Djokovic ha comunque lanciato una stoccata alla governance del tennis mondiale e ha espresso il proprio malcontento per come è stata gestita fin qui la vicenda di Sinner: “Ssono davvero frustrato, come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Non è una bella pubblicità per il nostro sport”.
Di recente, inoltre, è stato squalificato Max Purcell, il tennista australiano specialista del doppio, sempre per una vicenda legata a una violazione del codice antidoping: a differenza di quanto accaduto con Sinner la sospensione è arrivata immediatamente, questo perché Purcell non ha presentato un ricorso immediato e soprattutto ha riconosciuto di aver violato le regole antidoping, mentre Jannik si è subito difeso dalle accuse ed è tornato a giocare dopo pochi giorni.
Sul sodalizio con Murray
Djokovic ha anche parlato dell’inserimento nel suo staff di Andy Murray, rivale per oltre un decennio in campo e ora dalla stessa parte della barricata: “Essere dalla stessa parte è in realtà fantastico perché lui è stato uno dei miei più grandi rivali. Per me è strano condividere con lui sensazioni su come mi sento in campo, alcuni dei segreti su ciò che sto attraversando, ciò a cui sto pensando o come vedo il mio gioco. Tuttavia sono davvero felice e molto riconoscente che abbia accettato di lavorare con me: è molto meticoloso e professionale”.