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Dopo settimane turbolente, lo scenario tennistico legato all’emergenza coronavirus continua ad arricchirsi di novità importanti sia a livello nazionale che internazionale. A tener banco a livello Atp e Wta sono state soprattutto le discussioni relative alla ripresa del circuito entro la fine dell’anno: la maggior parte degli addetti ai lavori si dice piuttosto pessimista in tal senso viste le inevitabili problematiche di logistica che ne conseguirebbero. In Italia l’attenzione si è focalizzata soprattutto sul ritorno nel rettangolo da gioco, dal 4 maggio in poi, esclusivamente per i tennisti di prima e seconda categoria. Di seguito il punto della situazione sulle novità della settimana.
Il coro è unanime: nel 2020 difficile tornare a giocare – “Sarei scioccato se si tornasse a giocare“. Parole che non lasciano spazio ad interpretazione quelle di Reilly Opelka, tennista americano numero 39 del mondo, che con un tweet ha sintetizzato le sensazioni che sembrano essere comuni a molti protagonisti del circuito.
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Anche Rafael Nadal ha espresso tutte le sue perplessità circa una ripresa a stretto giro delle regolari attività: “Sono molto pessimista sul fatto che il circuito possa riprendere. Nel tennis devi viaggiare ogni settimana, soggiornare in hotel, andare in diversi paesi. Anche se giocassimo senza pubblico, per organizzare qualsiasi evento sono necessarie molte persone coinvolte, che non possono essere ignorate. A livello internazionale vedo un problema serio“. Ancora presto per tirare le somme, ma le avvisaglie non sono incoraggianti.
Nuova sede per gli Us Open? – Qualora si riprendesse a giocare nell’anno solare, il primo Slam dell’anno sarebbe il Major newyorkese. Al netto della cancellazione di Wimbledon e della tortuosa riprogrammazione del Roland Garros, Flushing Meadows si appresterebbe, con tutte le accortezze del caso, ad accogliere la sua 140esima edizione. Secondo Le Parisien e Marca, non sarebbe però da escludere un cambio di sede: da New York la manifestazione approderebbe in California, precisamente nella location che attualmente ospita il Master 1000 di Indian Wells. Il motivo? I contagi, numericamente decisamente inferiori nello stato dell’America Settentrionale. Tuttavia gli organizzatori dell’evento, tramite un comunicato della USTA, si sono espressi con pacata fiducia: “Il nostro piano di disputare gli Us Open nelle date previste a New York e con la presenza del pubblico rimane in corsa. Siamo in continuo contatto con lo Stato di New York e con le autorità ed ogni settimana ci confrontiamo con il nostro comitato medico per apprendere nuove informazioni e capire come gestire al meglio questa situazione“.
Politecnico di Torino: da 0 a 4, il tennis rischia 0,1 – Insieme alla ginnastica artistica, secondo uno studio del Politecnico di Torino, il tennis sembrerebbe lo sport con il più basso rischio di contagiosità. In una scala di rischio da 0 a 4, nei questionari atti a ricostruire i fattori di pericolo delle 387 discipline che fanno capo al Coni e al Comitato Italiano Paralimpico, il tennis si stanzia sullo 0,1. Uno spiraglio accolto con favore sia dalla Federtennis sia dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
Solidarietà tra i tennisti, continuano le polemiche – “Tutto l’anno, vedo molti che non danno tutto al tennis. Molti non sono molto professionali. Non vedo perché dovrei dare loro dei soldi. Preferisco dare a persone o istituzioni che ne hanno davvero bisogno“. Le parole di Dominic Thiem hanno contribuito ad alimentare una questione diventata scottante soprattutto in questo periodo di emergenza. È ormai dato per appurato lo squilibrio vigente tra i tennisti della cosiddetta “prima fascia” rispetto alla schiera di giocatori, fuori dalla top 100, che cercano di barcamenarsi in un sistema evidentemente fallace. Non si è fatta attendere, in tal senso, la risposta di Nick Kyrgios, particolarmente seccato dalla visione dell’austriaco: “Non ha capito la gravità della situazione! Noi in cima alla classifica veniamo pagati veramente troppo e non rimane abbastanza per gli altri. Si tratta di aiutare come si può, professionisti e non professionisti. Dovrebbe mettersi nei loro panni”. Come dargli torto.
Si torna a giocare, non a competere – L’astinenza dal tennis giocato continuerà probabilmente ancora per molti mesi. Nonostante la sospensione dell’attività internazionale, è possibile assistere a match di esibizione sia negli States che in Germania. Nella Tennis Point Exhibition Series giocatori come Dustin Brown e Yannick Hanfmann stanno cercando di mantenersi in forma tramite rapidi match con regole di punteggio Next Gen, così come accade da due settimane in Florida. Inoltre dall’8 al 10 maggio, a West Palm Beach, andrà in scena un ulteriore torneo di esibizione che vedrà figurare tra i partecipanti, insieme a Tennys Sandrgren, Reilly Opelka e Tommy Paul, anche il nostro Matteo Berrettini.
Federtennis, dal 4 maggio via agli allenamenti per 1a e 2a categoria – Dal 4 maggio potranno allenarsi “agonisti con classifica di prima e seconda categoria nelle discipline di tennis, padel e beach tennis. Il permesso sarà esteso ad alcuni tennisti Under 16, 14 e 12 dichiarati di interesse nazionale ma non rientranti tra gli atleti citati in precedenza, e ai più forti esponenti italiani del tennis in carrozzina. Tutti quanti dovranno osservare scrupolosamente le indicazioni sanitarie“. Ci è voluto un comunicato firmato Federtennis per placare le non poche polemiche che si sono susseguite dopo la decisione del governo circa la ripresa degli allenamenti per le attività individuali. L’ordinanza ha inevitabilmente creato consueti misunderstandings ed interpretazioni contrastanti: “Il virus fa distinzioni di categoria? Dove posso andare ad allenarmi se i circoli sono chiusi?” le domande più gettonate del momento. Una situazione piuttosto confusa, resa ancor più intricata dalle (presunte) decisioni, poi ritrattate, del presidente del Comitato Veneto Fit Mariano Scotton: prima il Corriere della Sera, poi la Federtennis, avevano annunciato la ripartenza del tennis anche per gli amatori della regione del nord Italia. Dopo tantissime polemiche, è arrivato il chiarimento definitivo: “L’equivoco si è creato per un chiarimento dato sul sito della Regione Veneto sulle modalità con cui si torna in campo, con circoli chiusi. Capisco che tutto sia spesso di difficile interpretazione, ma rimaniamo prudenti. Per il momento l’autorizzazione rimane limitata ai giocatori di Prima e Seconda categoria“.
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