A cura di Savio Magrone
Sarà un weekend di grande passione quello che ci apprestiamo a vivere, quando assisteremo all’ultimo atto tennistico stagionale, la finale di Coppa Davis 2016. Calato il sipario sul Master, dove Andy Murray ha conquistato il suo primo trionfo e ha mantenuto salda la sua leadership mondiale imponendosi in finale su Novak Djokovic, le luci della ribalta illumineranno 25-26-27 novembre il sintetico indoor della Zagreb Arena, dove Croazia e Argentina si sfideranno per conquistare la 105°edizione del più prestigioso torneo a squadre nazionali. L’Arena di Zagabria, infatti, con una capienza pari a 16.500 spettatori, ha battuto la concorrenza delle altre due città in lizza per ospitare questo meraviglioso evento, Spalato e Zara.
Si tratta di una finale inedita e, per gli addetti ai lavori, piuttosto inaspettata. Nessuno, infatti, al sorteggio del tabellone, avrebbe potuto immaginare la presenza della squadra sudamericana in finale: su di essa pendevano numerosi interrogativi, derivanti soprattutto dallo stato di forma della colonna portante, Juan Martin del Potro. Ma dopo aver vinto a Danzica, in Polonia, e aver sbancato il Circolo Baratoff di Pesaro, il quartetto guidato da Daniel Orsanic ha continuato ad accarezzare il proprio sogno imponendosi contro qualsiasi pronostico in Gran Bretagna, terra del neo numero uno del mondo, grazie all’eccezionale prestazione di Leonardo Mayer, in grado di sconfiggere Daniel Evans dopo quattro set.
Anche il percorso dei padroni di casa croati è stato piuttosto travagliato: nel primo turno, la squadra guidata da Zeljko Krajan ha sconfitto il Belgio all’ultimo incontro mentre nel turno successivo, Cilic e Coric hanno ribaltato nell’ultima giornata un punteggio compromesso, imponendosi rispettivamente contro Isner e Sock in America. In semifinale, sfruttando a pieno il fattore campo, la Croazia ha estromesso con estrema comodità la Francia, complice anche un Gasquet sottotono, e così ha avuto accesso alla seconda finale della sua storia.
Ma è proprio la storia a rappresentare un punto cruciale in questa situazione: dopo il successo del 2005 (in Slovacchia, Mario Ancic si impose nell’ultimo match contro Mertinak, ndr) la Croazia è a caccia del suo secondo trionfo, mentre l’Argentina non ha ancora avuto l’onore di alzare la famosa insalatiera. L’albiceleste, infatti, è stata sconfitta nelle quattro finali disputate (contro la Spagna nel 2008 e 2011, contro la Russia nel 2006 e contro gli USA nel 1981) e in terra croata cercherà di sfatare un tabù divenuto opprimente in questi ultimi anni.
Per l’occasione, il capitano argentino Daniel Orsanic ha convocato ufficialmente lo stesso quartetto che ha sconfitto la Gran Bretagna nella semifinale, composto da Juan Martin del Potro, Federico Del Bonis, Guido Pella e Leonardo Mayer, mentre Krajan, timoniere della compagine croata, ha scelto la presenza di Marin Cilic, Ivo Karlovic, Ivan Dodig e Borna Coric.
Se per il primo singolarista non si palesano particolari dubbi, in quanto ci sarà Cilic da una parte e Del Potro dall’altra, numerose interpretazioni si dispiegano relativamente al secondo singolarista. Per la Croazia, il favorito sembrerebbe Ivo Karlovic, che ha risposto positivamente alla candidatura di Krajan e ritorna in Davis dopo l’ultimo incontro disputato nel 2012, e tale sensazione è rafforzata dal periodo negativo di Dodig e dalle non ottimali condizioni fisiche di Coric, operato al ginocchio a settembre. Dubbi, invece, nel settore argentino, dove è in corso un ballottaggio serrato tra Del Bonis e Pella, con il primo leggermente favorito.
In chiave doppio, la coppia Cilic-Dodig dovrebbe rappresentare i colori croati, mentre Orsanic dovrà calibrare con estrema accuratezza la composizione del suo duo, considerando magari anche i risultati della prima giornata e la stanchezza accumulata dai giocatori.
Dunque, tutto è pronto per l’atto conclusivo di questa meravigliosa stagione. Occhi puntati, in particolare, sulle due stelle della finale, Marin Cilic e Juan Martin del Potro, anche se quest’ultimo ha dichiarato di avere ancora qualche piccolo problema al polso. Ma siamo convinti che il guerriero di Tandil offrirà le sue migliori prestazioni per portare una gioia incontenibile nel paese, anche perché, citando Nelson Mandela, “a volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato.”