“Caro tennis. Ho sentito che eri l’amore della mia vita. Sei stato una sfida e continui ad esserlo ed è per questo che mi piaci così tanto”. Inizia così la lettera di Matteo Berrettini, che tra le righe di un lungo messaggio pubblicato dal sito ufficiali dell’Atp, racconta del proprio amore per lo sport e degli insegnamenti acquisiti negli anni in campo. “Sei sempre stato una questione di famiglia, qualcosa che scorreva nel nostro sangue. La prima cosa che hanno fatto i miei è stato darmi una racchetta, quando avevo solo tre anni. E ricordo che non mi piaceva il tennis, così ho smesso. Ho ricominciato a otto anni, perché mio fratello, più piccolo di me, mi ha chiesto di tornare a giocare per divertirsi. Mio fratello voleva sempre essere Djokovic, io sceglievo Federer: giocavamo per ore in casa, con i palloncini, con racchette piccole o grandi, non era importante. volevamo solo divertirci. Non siamo partiti col piede giusto, ma siamo stati bravi a cambiare e ora io mi diverto con te, completamente. Tu sei una parte di me da allora“. Berrettini ha vissuto un periodo difficile, con un 2023 che lo ha visto fermarsi per quasi 200 giorni. Una serie di infortuni ha portato l’azzurro, finalista di Wimbledon 2021, a dover salutare il campo per diverso tempo, ma il 2024 è stato simbolo di rinascita.
Il 28enne è fresco di successo della Coppa Davis, che il team azzurro ha conquistato a Malaga, sollevando l’insalatiera per il secondo anno consecutivo. Berrettini ha chiuso così un 2024 che lo ha visto tornare in campo e vincere tre tornei ATP. L’italiano ha conquistato il successo a Marrakech, nell’ATP 250, per poi ripetersi a Gstaad e a Kitzbuhel. “Nel 2017 al torneo di Roma, il mio torneo di casa, ho perso malamente con Fognini, mi ha schiantato. – continua la lettera – Mi hai colpito duramente, ma allo stesso tempo ho sentito emozioni forti, che volevo provare ancora: una spinta a migliorare. Il resto è storia. Mi hai insegnato tutto ciò in modo duro, qualche volta. Ma questo è il motivo per cui sono qui. Io penso che ogni cosa negativa – spiega l’azzurro – se così possiamo chiamarla, sia quello che mi ha portato qui, a godermi tutto al massimo. Ho vinto qualche titolo, ho raggiunto la finale di uno Slam. Ho giocato le Atp Finals a Londra e a Torino. Mi hai insegnato a essere resiliente, combattivo, a credere nelle persone con cui lavoro. Per me non è solo sport, ma l’occasione per incontrare persone, stringere amicizie che sono quasi famiglia. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno cambiato la vita, dentro e fuori dal campo. Dopo tutti questi anni, penso di conoscerti, e sarebbe bello vedere cosa ci aspetta. Con amore, Matteo“, conclude.