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Tennis: Bernard Tomic, un frutto ancora immaturo

Bernard Tomic, foto Steven Pisano CC-BY-2.0

Quando nel lontano luglio del 2011 un 18enne australiano raggiungeva i quarti di finale a Wimbledon, critica e mass media sembravano sicuri: “è nata una stella”. Del resto si trattava del quarto giocatore più giovane della storia a centrare il prestigioso traguardo, dietro Boris Becker, Bjorn Borg e John McEnroe. Campioni della storia passata di questo sport, e un campione del futuro sarebbe diventato allora quel ragazzino, ancora gracile e all’apparenza timido, ma dal talento cristallino. E invece, a cinque anni di distanza, Bernard Tomic appare spesso alla ribalta sui giornali australiani, ma più per fatti di cronaca che per i risultati sportivi. La vicinanza di un padre padrone non lo agevola, e non lo ha agevolato (ricorderete l’episodio clou che vide protagonista il signor Tomic, quando a Madrid rifilò una testata allo sparring partner del figlio nel corso di un allenamento, causandogli la rottura del setto nasale e lesioni alle vertebre). Ma il ragazzino Bernard è ormai diventato uomo, e all’alba dei 24 anni la sua ancora giovane carriera gli impone di trovare una strada da percorrere, quella strada che gli appare poco chiara sul campo ma ben nitida quando sfreccia a bordo di macchine di lusso (al momento vanta più infrazioni del codice della strada che titoli Atp).

L’ultimo sgradevole episodio che lo ha visto protagonista si è verificato quest’oggi. Sceso in campo da 8 minuti sul Campo Centrale di Roma, l’australiano ha deciso di ritirarsi sul 2-1 in suo favore, ufficialmente per un problema al polso, nonostante ottime percentuali al servizio nei primi due game. Lecito dubitare sulla veridicità dell’infortunio, dato quanto successo nelle ultime settimane. Sei giorni fa a Madrid ha perso quasi senza giocare contro Fabio Fognini, addirittura impugnando la racchetta al contrario nel corso dell’ultimo punto, con la mano destra che reggeva il piatto corde anzi che il manico. Non indice di grande professionalità, così come poco professionale è stata la risposta che ha fornito in conferenza stampa, quando alla domanda di un giornalista sul motivo di quel gesto finale, Bernard ha risposto “Non me ne fregava niente di quel match point. Ti importerebbe se avessi 23 anni e un guadagno di 10 milioni di dollari?”.

Esiste anche un altro precedente, che lascia quanto meno perplessi su quanto avvenuto quest’oggi. Nel gennaio di quest’anno, a Sydney, Tomic si è ritirato contro Gabashvili per un presunto problema di stomaco. Ma durante un cambio di campo, le telecamere hanno ripreso un siparietto verbale tra il tennista australiano e il giudice di sedia Mohamed Lahyani, in cui Tomic informava l’arbitro della sua volontà di non terminare il match, dato che sarebbe stato impegnato la settimana dopo negli Australian Open e non voleva sprecare inutili energie.

Troppi indizi sembrano costituire una prova, difficile credere che quel polso oggi facesse veramente male.  Aveva forse ragione Federer, quando affermò che la scarsa continuità di rendimento avrebbe impedito a Tomic di raggiungere la top 10. Di sicuro, il talento che l’australiano ha ricevuto in dote non è stato al momento messo a frutto. Spetta a lui dimostrare che il tempo di maturazione è finalmente giunto.

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