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Ad Amburgo brilla la stella di Lorenzo Musetti per una nuova prima volta italiana sul circuito maggiore. A 20 anni, il talento azzurro fa e disfa, non capitalizza diversi match point ma alla fine è lui a spuntarla su un mai domo Alcaraz. Già, lo stesso tennista che è stato già adocchiato come futuro dominatore del circuito, paragonandolo al cannibalismo di Nadal (con il quale condivide la nazionalità) e alla completezza di colpi di Federer, già di per sé impressionante se si parla di un class 2003. Se è vero che “l’erba del vicino è sempre più verde”, forse ci si è dimenticati un po’ troppo velocemente della generazione di fenomeni di cui l’Italia può beneficiare. Nel 2022, infatti, Alcaraz è stato battuto da tre azzurri diversi e su tutte le superfici. In lotta, per di più, un campo in cui spesso si rimprovera qualcosa ai nostri atleti.
Il primo a riuscirci è stato Matteo Berrettini, in cinque tiratissimi set sul cemento dell’Australian Open con tanto di tie-break decisivo. Il romano, non al meglio, ha poi dovuto subire la rivincita dello spagnolo a Rio de Janeiro ma Alcaraz nulla ha potuto contro Jannik Sinner a Wimbledon. Nel confronto tra i due ‘Next Gen’ più acclamati è stato l’altoatesino ad avere la meglio nel tempio del tennis, sull’erba dei Championships. E a luglio, in un sogno di mezza estate, è arrivato anche la prima perla di Musetti, quando forse non ci credeva più nessuno dopo un secondo set perso in maniera così rocambolesca. Per adesso, la vera bestia nera di Alcaraz è proprio l’Italia.
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