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Roger Federer supera il secondo turno dell’Australian Open, battendo il qualificato americano Noah Rubin (numero 200 del mondo) per 7-5, 6-3, 7-6(3). Lo svizzero raggiunge così i sedicesimi di finale, dove troverà il primo vero ostacolo del suo torneo. Affronterà infatti la testa di serie numero 10 Tomas Berdych, che in poco più di 2 ore ha eliminato Ryan Harrison (6-3, 7-6(6), 6-2).
Nonostante il successo in tre set, Federer è stato tutt’altro che impeccabile. Ha avuto un rendimento molto discontinuo, sopratutto con il dritto, con il quale ha accumulato più errori che vincenti. A tratti anche nervoso, ha dovuto salvare due set point nel terzo set, nel quale si è trovato indietro 5-2. Forse è presto per giudicare, ma in due partite di Australian Open e già prima in Hopman Cup, lo svizzero è parso anche confuso sul piano tattico, troppo ancorato a fondo campo e meno volto alla proiezione in avanti di quanto visto nel biennio Edberg. Eppure, quando ha cercato la via della rete ha mostrato la consueta delicatezza di tocco ed è stato molto efficace, ottenendo 21 punti su 26. Rubin non aveva la cilindrata per opporre resistenza, ma gli esperimenti a Melbourne sono già finiti.
Da qui in avanti il suo cammino sarà fortemente in salita. Prima Berdych, poi eventualmente Nishikori e Murray, almeno secondo le teste di serie. Il torneo dello svizzero entrerà nel vivo, già a partire da venerdì.