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Da lunedì 16 a domenica 29 gennaio torna il grande tennis, quello che conta, in uno dei quattro contesti tennisticamente più importanti del pianeta. Al via infatti a Melbourne il primo Slam dell’anno, la centocinquesima edizione degli Australian Open.
Centoventotto (128), come di consueto, i giocatori che prenderanno parte al main draw dell’evento: tutti a caccia del titolo che, per ben cinque volte nelle ultime sei edizioni, è stato del campione uscente Novak Djokovic. Il serbo si presenterà da numero 2 del ranking, spodestato dal trono mondiale durante lo scorso novembre, dunque da seconda forza del seeding: è probabilmente lui l’uomo da battere e il favorito numero uno, in quanto Melbourne è un po’ come il giardino di casa sua; per il tennista di Belgrado, infatti, sei successi in assoluto sulla Rod Laver Arena, esattamente la metà dei Major complessivi che si è aggiudicato in carriera; inoltre, la vittoria in finale a Doha su Andy Murray gli ha dato nuova linfa e ha mostrato un giocatore ritrovato rispetto a quello visto nella seconda parte della scorsa stagione.
Proprio lo scozzese, in vetta alle classifiche mondiali, è il principale antagonista del cannibale balcanico: per lui un record piuttosto negativo di cinque finali perse su altrettante disputate (4 contro Djokovic, una contro Federer) sul cemento australiano, ma tanta voglia di fare bene e di rompere finalmente un incantesimo che va avanti da troppo tempo. Per il nativo di Glasgow è un po’ un'”ora o mai più”: di gran lunga maggiori le sue chance rispetto agli anni passati, maggiore anche la consapevolezza nei propri mezzi rispetto alle ultime apparizioni.
Dopo i due dominatori del circuito, è lecito dare spazio all’unico giocatore in grado di vincere uno Slam nel 2016 (gli Us Open) oltre ai due già citati: stiamo parlando di Stan Wawrinka, l’incognita per eccellenza. Lo svizzero, attualmente alla quarta piazza del ranking e qui vincitore nel 2014, quando superò in finale Nadal, ha la tempra e le armi necessarie per poter fare male ai più grandi in qualsiasi momento; tutto dipenderà dalla sua forma fisica e, soprattutto, dalla sua condizione mentale. In questo inizio di 2017 ha raggiunto una buona semifinale a Brisbane, sconfitto in due set dal giapponese Kei Nishikori: parlano chiaro per lui le undici finali vinte nelle ultime dodici disputate, a testimonianza di come il trentunenne svizzero sia sempre presente nei momenti che contano.
Roger Federer e Rafael Nadal? Le due icone del tennis di inizio millennio saranno alle prese con un tabellone quasi sicuramente colmo di insidie: l’elvetico, che da luglio a questa parte ha disputato in singolare solo i tre match di Hopman Cup della scorsa settimana (due vittorie, contro Daniel Evans e Richard Gasquet; una sconfitta, contro Alexander Zverev), sarà la diciassettesima testa di serie e automaticamente rischierà di incrociare un top player già a partire dagli ottavi di finale; lo stesso discorso vale per il maiorchino, numero 9 del seeding, qui vincitore nel 2009 e finalista nel 2012 e nel 2014. Per entrambi bisognerà anche valutare la condizione fisica e la tenuta atletica in un match da disputare in tre set su cinque.
Passiamo ai principali outsider: tra tutti, spicca un po’ a sorpresa il nome del bulgaro Grigor Dimitrov; dopo l’ennesima stagione tra pochi alti e molti bassi, il talento di Haskovo ha inaugurato il suo 2017 con un’eccellente vittoria sul veloce di Brisbane, regolando consecutivamente, dai quarti di finale in poi, niente di meno che Dominic Thiem, Milos Raonic e Kei Nishikori, ma soprattutto mostrando un tennis di elevato tenore tecnico. A proposito di Raonic: il gigante canadese, eliminato qui in semifinale dopo una storica maratona con Andy Murray lo scorso anno, nel 2016 ha conquistato il primo atto conclusivo di un Major in carriera, a Wimbledon, e sembra avere acquisito la maturità necessaria per affrontare partite di un certo peso. Da non sottovalutare anche Nishikori, mai andato oltre i quarti a Melbourne, e lo stesso Thiem, che però fatica ad imporsi nei tornei dello Slam. Tra i giovani, non si possono non citare il beniamino di casa Nick Kyrgios e il tedesco classe ’97 Alexander Zverev: l’australiano, numero 14 ATP, ha dichiarato un paio di settimane fa di avere gli attributi per riuscirci, il teutonico ha i colpi del predestinato.
Tra le fila degli italiani, solamente tre i giocatori che avranno accesso al tabellone principale, si tratta di Paolo Lorenzi, Fabio Fognini e Andreas Seppi: proprio l’altoatesino, numero 85 del mondo, può vantare una buona tradizione su questi campi, considerando gli ottavi di finale raggiunti nel 2015, quando superò al terzo round Roger Federer, e nel 2013; per “Fogna”, invece, da sottolineare il quarto turno del 2014, quando si arrese solamente a Novak Djokovic. Ben nove gli italiani impegnati nei match di qualificazione: si tratta, in ordine, di Alessandro Giannessi (124), Thomas Fabbiano (143), Luca Vanni (160), Federico Gaio (174), Stefano Napolitano (175), Marco Cecchinato (188), Matteo Donati (210), Lorenzo Giustino (217) e Riccardo Bellotti (229). Tra questi, fari ovviamente puntati sullo spezzino Giannessi, che agli scorsi Us Open ha raggiunto da qualificato un ottimo secondo turno, cedendo le armi solo al futuro campione Stan Wawrinka, e su coloro che ultimamente hanno fatto molto bene su superfici rapide, come Vanni e Napolitano.